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A Torinodanza la Rambert con (La)Horde e il nuovo assolo di Michela Lucenti

24/09/2025
A Torinodanza la Rambert con (La)Horde e il nuovo assolo di Michela Lucenti
BRING-YOUR-OWN (ph. Kibwe Tavares, Armando Elias and Vianney Le Caer)

TORINO  E' atteso alle Fonderie Limone di Moncalieri il 27 (h. 20.45) e 28 settembre (h. 18) nell'ambito del Festival Torinodanza diretto da Anna Cremonini lo spettacolo che vede uniti Rambert Dance con il collettivo (La)Horde, ovvero Marine Brutti, Jonathan Debrouwer, Arthur Harel, oggi alla direzione del Ballet national de Marseille. I danzatori british e il collettivo francese hanno fatto nascere Bring your own, una serata di tre pezzi atti a raccontare lo spirito più innovativo e giovanilistico. Un viaggio viscerale nel caos di una festa: così si potrebbe definire questo programma che sfuma i confini tra libertà e controllo, lasciando al pubblico il dubbio se immergersi nella follia o allontanarsi.Ti tufferai nel caos o ti tirerai indietro? Sentirai tutto – e forse niente – tutto in una volta?

In questa collaborazione epica con (LA)HORDE, i danzatori di Rambert si donano completamente all’opera del collettivo francese. Lo spettacolo si compone di tre brani: Weather is Sweet, inondato di luci al neon e ispirato alla scena dei club di Los Angeles, che catapulta in alcune delle domande più pressanti del nostro tempo tra intimità, consenso e sex-positivity; un estratto dal potente A Room with a View - già Premio D&D 'miglior spettacolo contemporaneo del 2021' nella sua versione integrale - e la novità assoluta Hop(e)storm commissionato da Rambert alla triade di autori in prima nazionale a Torinodanza. 


Nelle stesse date, nella Sala Piccola delle Fonderie Limone alle h. 19.30 il nuovo assolo di Michela Lucenti Giocasta. Così l'autrice nelle note al lavoro: "La fine di una storia d’amore che condanna il futuro e segna un’intera generazione. I miti, come segni indelebili, continuano a vivere nei nostri atti quotidiani: nella violenza, nel sacrificio, nell’amore. Le storie delle nostre periferie non sono meno potenti né tragiche di quelle degli eroi. Ed è ai nostri giorni che ambientiamo la storia di un amore impossibile tra una donna matura e il giovane marito. Poco importa se, come si mormora nei bar, lei sia veramente sua madre: il legame tra tragedia e commedia è inestricabile, come la vita stessa ci insegna. Così, Giocasta, la madre affascinante e contraddittoria della tragedia greca, qui si trasforma in una donna anonima, protagonista di un racconto frammentato, scaturito da una tensione poetica che emerge di fronte al dramma dell’amore nella sua forma più pura e nella sua assoluta, tragica prevedibilità. Pochi oggetti di scena, un linguaggio fisico che accompagna la narrazione, la voce come strumento musicale, una struttura non lineare, un flusso di coscienza, un canto dissonante, e un corpo che freme per raccontare la velocità inarrestabile del tempo che passa e la lucida follia della stirpe di Edipo. Una sfida alle convenzioni di una società patriarcale, in una Tebe contemporanea. Da un’idea di personaggio e da una ricerca antropologica sulla tragedia nasce il desiderio di non assemblare, né “virgolettare” il mito, ma di raccontarlo di nuovo, per comprenderlo in profondità. La danza, per me, non è solo un fatto estetico, ma un atto comunicativo, un pensiero condiviso sulla crisi che intercorre tra individuo e comunità, in un tempo di trasformazione".

 

 

 

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