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"M’illumino di immenso" con la EgriBiancoDanza

17/05/2025
"M’illumino di immenso" con la EgriBiancoDanza
EgriBiancoDanza (ph. Franco Aresi)

VERBANIA In chiusura del cartellone MAGGIORE_DANZA della Fondazione Egri per la Danza, la Compagnia EgriBiancoDanza presenta  il 31 maggio in anteprima nazionale la nuova produzione di Raphael Bianco dal titolo M'illumino di immenso (Teatro Il Maggiore di Verbania, h. 21).

“M’ illumino di immenso” è uno dei versi più conosciuti dell’ermetismo e di Ungaretti. Lo spettacolo è la raccolta quasi antologica di frammenti coreografici, evocativi e misteriosi. Un lavoro sulla pienezza dell’essere nelle sue varie accezioni, brevi eventi coreografici dove la contemplazione e l’esplorazione attiva di dimensioni della realtà fisica e metafisica, rivelano differenti percezioni ed interpretazioni del concetto di illuminazione e del suo produrre armonia di corpo e spirito.

Nello spettacolo di vedreanno tre brani, il primo Dialogo con l'ombra viene così spiegato dal coreografo Rafael Bianco: "La mia ombra è lo specchio, il riflesso, in negativo o in positivo, delle mie emozioni, desideri, pulsioni. Un dialogo fra due misteriose dimensioni del mio essere, un confronto che  a volte mi ferisce ma forse perché cerca ciecamente, maldestramente, caparbiamente, disperatamente: un’armonia. Meraviglioso ritrovare la quiete dello spirito".

Il secondo si intitola Become Ocean prende ispirazione dalla visione del mare, dalla sua immensità e dal sentirsi abbracciato dal fragore delle onde e della marea dell'Oceano, mentre il brano, in chiusura, è un grido di speranza intitolato Promised Land che la compagnia affida alle parole di Leah Par che seguono: "amminiamo senza sosta, verso un miraggio che è l’unica certezza, lasciamo ciò che ci è stato tolto, negli occhi sono impresse indelebili le memorie, sempre più lontana quella piccola o grande casa, la nostra terra: la nostalgia indurisce i nostri cuori … Cerchiamo solo la dolce sensazione di abbandonarci in uno spazio per noi: senza paura, solo  la  morbida carezza del nostro ed unico suolo".

 

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