E’ un "doppio sogno" la stagione dell’Opera di Roma
15/07/2025
ROMA Con il titolo "Doppio Sogno" si presenta la stagione 2025/26 del Teatro dell'Opera di Roma annunciata stamani.
Così il Sovrintendente Francesco Giambrone in conferenza stampa: "un riferimento al celebre racconto di Arthur Schnitzler, dove sogno e realtà si intrecciano e si rovesciano l’uno nell’altra, e che sintetizza l’essenza profonda della nostra proposta artistica e della visione che la guida. Il nostro è un teatro che non rinuncia all’immaginazione, che continua a credere nell’arte come spazio di elevazione, di incanto, di utopia; ma che al tempo stesso resta radicato nella materia viva dei tempi che viviamo, interrogando la realtà con lucidità e prendendo posizione".
La Stagione di Balletto, proposta dalla direttrice Eleonora Abbagnato ,presenta sei diversi programmi tra grandi classici ed esplorazione del contemporaneo, dove compaiono le più interessanti novità. A parte Pina Bausch, nessuna coreografa donna contemplata in stagione.
Come tradizione a dicembre apre Lo Schiaccianoci nella versione di Paul Chalmer (17-31), poi tocca La Bayadère, l'atra ripresa, bella versione ideata nel 2023da Benjamin Pech proprio all'Opera di Roma che vedrà étoiles ospiti Sae Eun Park e Paul Marque dall'Opéra de Paris.
Tre prime romane nella serata Trittico contemporaneo a firma Neumeier / Godani / Millepied con l'entrata in repertorio di Spring and Fall di John Neumeier, creato per l’Hamburg Ballett nel 1991 sulla musica di Dvořák, gioca sull’ambiguità del titolo: primavera e autunno, ma anche caduta e recupero, secondo i principi fondamentali del movimento elaborati da Doris Humphrey. Echoes from a Restless Soul è una creazione del 2016 su brani per pianoforte di Ravel in cui Jacopo Godani cura anche coreografie, scene, costumi e luci. Chiude I Feel the Earth Move, nato per l’American Ballet Theatre nel 2017. Su musica di Philip Glass, il balletto di Benjamin Millepied inizia a sipario già alzato, mentre i macchinisti smontano le scene per poi proseguire sulle note di Einstein on the Beach. La direzione musicale è affidata a Daniel Capps.
Sul palco del Teatro Nazionale la serata dedicata a Angelin Preljocaj (14-19 aprile)con la proposta da parte della compagnia capitolina di tre titoli del coreografo francese: La Stravaganza, Annonciation e Les Noces. Sempre ad aprile, all'Auditorium Parco della Musica un progetto speciale tra teatro e danza: Burn di A. J. Weissbard con la voce di John Malkovich liberamente ispirato al dramma Burn This di Lanford Wilson, sui temi dell'identità e della trasformazione. Quattro coreografi, ciascuno con un proprio linguaggio, daranno vita ai protagonisti in una sorta di dialogo danzato, un incontro di stili e visioni che si contaminano per generare nuove forme espressive. Le musiche inedite su base registrata sono di Michael Galasso, mentre la voce narrante è quella di John Malkovich, interprete originale del ruolo di Pale nella versione teatrale del 1987.
A giugno l'entrata in repertorio di Sogno di una notte di mezza estate di George Balanchine. Creato nel 1962 per il New York City Ballet, il balletto mai presentato al Costanzi, combina narrazione e pantomima, con Puck come fulcro magico e ironico dell’azione. Una nuova produzione che arricchisce il repertorio classico della compagnia con un’atmosfera incantata grazie ai costumi e alle scene firmate da Gianluca Falaschi. Le musiche di Felix Mendelssohn Bartholdy saranno dirette da Karen Durgaryan.
Dopo la pausa estiva, dal 27 ottobre all’8 novembre, arriva il secondo Trittico Contemporaneo della stagione: Goecke / Robbins / Bausch, omaggio ai Balletti Russi di Djagilev, che debuttarono in Italia proprio a Roma nel 1911. In programma Petruschka (2016) di Marco Goecke, moderna interpretazione del burattino russo con movimenti spezzati e scattanti su musiche di Stravinsky; Afternoon of a faun (1953) di Jerome Robbins, racconto intimo dell’incontro di due danzatori in uno studio di danza, riflessi in uno specchio immaginario rappresentato dal pubblico: un moderno atto di narcisismo su musiche di Debussy; Le sacre du printemps di Pina Bausch (1975), poderosa e viscerale lettura del capolavoro di Stravinskij, dopo la prima apparizione al Caracalla Festival 2025, trasformerà il palcoscenico del Costanzi in un campo ricoperto di terra che avvolge corpi e volti. Dirige Andrew Litton.
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