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Mozart e la moglie Constanze: una relazione che si fa danza con Azzoni e Ryabko

Coreografia di Kristina Paulin e musiche eseguite dai solisti dell’Orchestra Haydn

22/07/2023
Mozart e la moglie Constanze: una relazione che si fa danza con Azzoni e Ryabko
Silvia Azzoni e Olexandr Ryabko in "Reflections of the mind"

MONTEPULCIANO – Nella Piazza Grande di Montepulciano al 48° Cantiere Internazionale d’Arte, debutta questa sera, 22 luglio (h.21.30), la neonata Compagnia Cantiere Danza con due guest d'eccezione, Silvia Azzoni e Oleksandr Ryabko, étoiles dell'Hamburg Ballet e i solisti dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento dal vivo.

La neonata Compagnia Cantiere Danza accoglie i talenti provenienti da diversi centri di formazione - Andrea Cheldi, Virginia D’Ancona, Giacomo Greco, Paolo Giovanni Grosso, Denise Martignon, Ester Papini, Vittoria Pennacchini e Tommaso Ruggeri - coinvolti nella coroegrafia della slovacca Kristina Paulin, dal titolo Reflections of the mind. Lo spettacolo sarà ripreso martedì 25 luglio al Festival Bolzano Danza che lo coproduzione con la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento e con la Fondazione Cantiere. L’esecuzione delle musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Philip Glass è di Marco Mandolini ed Elisabetta Fornaresio (violini), Roberto Mendolicchio  (viola) ed Elisabetta Branca (violoncello).  

Reflections of the mind si ispira alla vicenda personale di Wolfgang Amadeus Mozart affrontando anche l’aspetto più intimo e nascosto del suo rapporto sentimentale con la moglie Constanze.  La sfida è quella di ritrarre la mente di un genio attraverso una sorta di viaggio dentro una vita di ispirazione, musica, note, passioni, paure, malattia. Reduce da un’importante commissione all’English National Ballet School e già conosciuta nei teatri d’opera e nei festival europei, la coreografa Kristina Paulin parte da un linguaggio di movimento classico per raggiungere una qualità più fluida e contemporanea, sviluppando una natura prevalentemente narrativa, come spiega nelle sue note: “Per raccontare una relazione così potente e terrena, ma allo stesso tempo così eterea e fragile con la moglie, la coreografia sottolinea il passaggio dal mondo reale attraversando la dimensione più surreale nella mente del genio di Salisburgo”.

La scelta musicale dell’intera creazione riflette la dicotomia fra i due livelli drammaturgici. Le composizioni di Philip Glass si accostano alla parte astratta e surreale, ai ricordi fugaci; mentre la musica di Mozart si adagia sulle parti della coreografia più affini alla realtà. Così come avviene per i corpi: ai due guest è affidato il ruolo dei protagonisti mentre l’ensemble dei giovani danzatori riverbera nei movimenti la dimensione più rarefatta e intangibile della narrazione.

© Riproduzione riservata

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