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La Cerimonia dei Leoni

Di Maria Luisa Buzzi 19/07/2025
La Cerimonia dei Leoni
Carolina Bianchi e Twyla-Tharp (ph. Andrea Avezzu/Courtesy La Biennale di Venezia)

VENEZIA Stamani a Ca' Giustinian, nella Sala delle Colonne, sono stati consegnati i Leoni della Biennale Danza 2025. Wayne McGregor, direttore artistico della manifestazione, ha letto le motivazioni che hanno portato alla scelta di due straordinarie artiste appartenenti a generazioni diverse: Twyla Tharp a cui è stato consegnato il Leone d'Oro alla Carriera e la giovane regista, performer brasiliana Carolina Bianchi il Leone d'Argento.

Inossidabile ottantaquattrenne, maestra statunintense della fusion di generi, tra disciplina classica, modern, jazz e movimenti naturali, Twyla Tharp ha così commentato il prestigioso riconoscimento: "Grazie! Grazie al Presidente Pietrangelo Buttafuoco e alla Biennale di Venezia. Questo leone, è pesante. Richiede presenza, gravitas. Non è diverso dalla danza. Non c'è un grande mistero nel mio essere con voi oggi. È solo lavoro. Un passo dopo l'altro, giorno dopo giorno. Si lavora per ore e la danza diventa un'abitudine. Diventa anche comunità: danzatori, scrittori, compositori, musicisti, designer, tutti impegnati a trovare un terreno comune. E a farlo muovere. E ci sono sempre i danzatori. La quarta generazione di danzatori dai miei esordi avvenuti con Brunch of Broads nel 1965.: la loro fiducia e il loro contributo sono inestimabili. Sono loro i leoni.
E il pubblico, che investe tempo e attenzione per creare decenni di testimonianze. Anche i confratelli, gli insegnanti e i direttori che sono con noi mentre ci inoltriamo nella storia. Ringrazio Wayne McGregor per avermi nominato per questo onore. Questo premio non è solo mio.  È di tutti.  È il lavoro, l'abitudine, la comunità. Ma soprattutto dei danzatori. Grazie!".

Il 19° Festival di danza della Biennale ha aperto al Teatro Mallibran proprio con due sue coreografie astratte, vibranti tra rigore e giocosità, elementi caratteristici del suo stile: Slacktide, in prima europea a Venezia, su musiche di Philip Glass (Aguas da Amazonia) eseguite live da Third Coast Percuession, e Diabelli Variations, brano del 1998 nato sull'ultimo capolavoro pianistico di Beethoven.

Drammaturga, autrice e performer brasiliana che vive ad Amsterdam, Carolina Bianchi a cui abbiamo dedicato un approfondimento su D&D n. 322, mescola riferimenti letterari, visivi, teatrali e il suo incredibile The Brotherhood, lavoro assolutamente da non mancare (in scena in replica domani al Teatro Piccolo Arsenale e recensione sul prossimo numero di setttembre/ottobre di D&D), che scava nei traumi e nella capacità catartica del teatro per superarli, tra violenza e poesia. 

Così Bianchi alla ricezione del Premio dopo aver ringraziato Biennale, i suoi collaboratori tutti, i danzatori e i coproduttori: "Questo premio riconosce il rischio di indagare qualcosa in profondità, riconosce la poetica della violenza nella scrittura, riconosce il nostro stupore per la letteratura, il nostro stupore per il male, la complessità che non cerca risposte facili, questo premio riconosce il rifiuto dell'arte come sostanza che placa le sensazioni. Questo premio riconosce la confusione come prospettiva, riconosce che la nostra sessualità è materia complessa e disorganizzata, questo premio riconosce il corpo come veicolo per indagare il tempo e la memoria (o la mancanza di essa...), così come riconosce un corpo in scena come un costante tentativo di sparizione e resurrezione, e così via. Questo premio riconosce la danza che nasce da pratiche che attivano l'immaginazione e forse qualcosa di ancora più profondo, una sorta di enigma. Questo premio riconosce che entrare nella selva oscura della creazione è un processo violento ed estremamente trasformativo".

 

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