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Didier Deschamps: Festival de Danse Cannes senza confini di generi e… largo ai giovani

Di Maria Luisa Buzzi 21/11/2023
Didier Deschamps: Festival de Danse Cannes senza confini di generi e… largo ai giovani
Didier Deschamps (ph. Gilles Traverso)

CANNES Per la sua prima edizione da direttore del Festival de Danse Cannes - Côte d’Azur 2023 Didier Deschamps apre ai generi invitando gli spettatori a fare un viaggio globale. Ventisette compagnie provenienti da tredici paesi del mondo con tre novità assolute a firma Thierry Malandain, Amala Dianor e del climber Antoine Le Menestrel, per un totale di 37 rappresentazioni a Cannes e dintorni dal 24 novembre al 10 dicembre.  Senza voler stravolgere le linee intraprese dalla precedente direttrice artistica Brigitte Lefèvre, Didier Deschamps porta al Festival una ventata di novità con alcuni singolari progetti in stretta realizzazione con il territorio come ci spiega.

Didier Deschamps, quali i punti forti del Festival che apre i battenti venerdì e quali le novità?
Premesso che non era mia intenzione stravolgere la storia del festival, anzi, nel definire la programmazione mi ha guidato l’idea di proporre al pubblico in primo luogo spettacoli belli e autori che non erano mai stati a Cannes, con un’attenzione particolare ai giovani e una finestra con le cinque grandi Scuole nazionali Superiori di danza francesi: 70 ragazzi per un’intera settimana in città accolti al PNSD per un’immersione collettiva con scambi di lezioni, atelier e lezioni di repertorio. Poi tutti in scena sotto la direzione di Annabelle Bonnéry, per uno spettacolo ouverture, il 25 novembre a Mougins, con brani di Trisha Brown, Aina Alegre, Lia Rodrigues, Patricia Alzetta, Lukas Timulak.

La presenza a Cannes del PNSD Rosella Hightower, rinomato centro di formazione ha fatto da traino al progetto.
Certamente, in questo territorio il ruolo del PNSD è centrale e l’intero progetto è stato curato sul piano organizzativo dal Polo diretto da Paola Cantalupo.

Sul fronte spettacoli ci sono molti nomi internazionali, tante creazioni originali e un mix di generi sorprendente. Ha scelto i lavori seguendo il suo gusto personale o con un occhio rivolto al pubblico, anche vacanziero della splendida Costa Azzurra?
Evidentemente penso al pubblico quando programmo, ma ho anche pensato all’ospitalità di artisti per me importanti. E’ il caso di Sharon Eyal che aprirà la manifestazione il 24 novembre al Palais de Festivals con Into the Hairy, una grande signora della danza, magnifica. Seguiranno la prima assoluta di Thierry Malandain, una scrittura di stampo neoclassico sull’intramontabile musica di Vivaldi, Le Stagioni, ma anche la prima assoluta di Amala Dianor, Dub, spettacolo nato dalla raccolta di influenze estetiche del mondo intero della generazione Z dove whacking, dancehall, jooking, e persino la pantsula si incontrano (9 dicembre, Palais des Festival). Tra flamenco - stile che vive della sua storia ma oggi particolarmente creativo – e il circo contemporaneo di cui la compagnia ungherese Recirquel è un esempio di artisticità assoluta – c’è la Trisha Brown Dance Company (5/11 Anthéa, Antibes) o l’installazione-danzata, e molto particolare, di Elle Sode Sara Birget; ways to deal, ways to heal per la norvegese Carte Blanche (26/11 Palais des Festivals). E ancora il Ballet du Grand Théatre de Genève, Kor’sia, Cloud Gate Dance Theatre. Un panorama estremamente vario nei temi, come negli stili e nel repertorio. Mi auguro che possa portare un pubblico trasversale e unire le generazioni nelle sale.

Nella città del cinema non poteva mancare un affondo sulla danza in video. Cos’è questa novità di Mov’in Cannes? La centralità mondiale di Cannes per il mondo del cinema mi ha spinto a cercare una liaison tra i due festival e le due arti. Del resto il rapporto tra danza e settima arte è di lunga data, risale agli albori del cinema e alle pioniere del moderno nel XIX secolo, dalle sperimentazioni con le proiezioni di Loie Fuller in avanti l’intreccio non è mai stato interrotto, protratto fino ai nostri giorni con coreografi che si affidano a registi o addirittura producono loro stessi video/film per gli spettacoli e non solo. Trovo sia un arricchimento reciproco che va mostrato e che non si esaurirà con il festival nella nuova sezione denominata Mov’in Cannes, ma proseguirà tutto l’anno per un progetto di condivisione con la Scuola di Cinema di Cannes. Per Mov’in, progetto seguito con Eric Oberdorff, sono stati analizzati oltre cento cortometraggi di danza, pervenuti da ogni parte del mondo, per giungere alla selezione dei 18 finalisti che il 30 novembre al Cineum di Cannes La Bocca saranno sottoposti al voto della giuria presieduta da Mathilda May e naturalmente al voto del pubblico.

www.festivaldanse-cannes.com

 

 

 

 

 

 

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