Dal Caligula di Camus all’indagine del mostro con Chiara Ameglio
12/02/2024MILANO Va in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 20 al 25 febbraio Caligula’s party di Chiara Ameglio per Fattoria Vittadini. Terzo spettacolo del progetto coreografico Indagini sulla mostruosità che, dal 2018, Chiara Ameglio sviluppa intorno alla figura del mostro, Caligula's party interroga i concetti di nemico, antieroe e paura, il valore negato all’inammissibile e all’errore nel presente. Partendo dall’opera teatrale di Albert Camus, lo spettacolo rielabora una propria scrittura scenica intorno al personaggio del titolo, in un componimento tra danza e drammaturgia, corpo e parola.
Chiuso nelle sue stanze C. è un imperatore in lutto per aver perso il senso della vita, in guerra con le logiche della società e del potere che egli stesso rappresenta, ossessionato dall’impossibile, in una dialettica interiore che lo frattura. Dalla sua solitudine infestata di fantasmi, riemerge una creatura provocatoria e indifferente che si svela al mondo attraverso una condotta immorale e oscena, impopolare e mostruosa. I controvalori che lo muovono sfidano la norma e le regole approvate, processandone i limiti, le forzature, le ipocrisie, le false speranze, che spesso, silenziosamente, conducono all’infelicità.
C. è mostro perché si assume il compito di mostr-are ciò che non vuole esser visto, rovesciare la pubblica morale, mosso da una segreta, profonda, celestiale fame di libertà e verità. C. non è il mostro esiliato, custode del confine e dell’ombra, ma il re della festa a cui tutti sono invitati, un anarchico incoronato che scende in piazza come puro esempio di un’umanità che la società non è in grado di sopportare.
Così scrive Chiara Ameglio del lavoro: “C. sta per Camus: affondando a piene mani dentro il suo testo straordinario, è immediatamente chiaro quanto la trama e i personaggi da lui creati parlino alla società contemporanea, ancora (e per sempre) intrisa da una tragica dialettica tra ordine e libertà, logiche di controllo e anarchia. C. sta per Caligola: puro esempio di ribellione, antieroe investito dei più alti poteri, folle dittatore che fa della provocazione il senso intero della sua esistenza, la verità a tutti i costi un’arma per svelare ipocrisia e convenienza. Il potere di cui è investito innesca un’anarchica gestione della sua carica: “nulla è più anarchico del potere.” diceva Pasolini. Tuttavia Caligola è umano, ciò che lo muove è un comune, seppur disperato, dolore. C. sta per Cherea, garante del senso, antitesi e assassino di Caligola. Potere e disordine, la violenza della verità, la sensatezza del compromesso, sono i concetti che agitano lo spettacolo. C. sta per Chiara: abitare le contraddizioni della società significa domandarsi quanto e come abitare il compromesso tra desiderio e realtà, tra possibile e impossibile, quanto siamo disposti a rinunciare di noi stessi nell’ubbidire ai valori imposti della società. Quale prezzo paghiamo come individui? Ma quali i privilegi? Il pubblico è invitato a gettare uno sguardo dentro le stanze dell’imperatore, a un party che è un’ipotesi di realtà, e riflettere … su quanto pericoloso o liberatorio sia interpretare la verità secondo un nostro personale senso di giustizia, su quali rischi ci siano se potessimo vivere e agire anteponendo in modo assoluto la nostra libertà individuale, e le nostre passioni, che cosa sia il potere, e nelle mani di chi è posto, ieri come oggi".
Lo spettacolo sarà poi ospite il 18 maggio a TeatrOltre di Pesaro nell'ambito di Pesaro Danza Focus.
© Riproduzione riservata