People

Angelin Preljocaj. Il perfetto coreografo

A settembre protagonista dei Festival italiani

Di Rossella Battisti 30/08/2017
Angelin Preljocaj. Il perfetto coreografo
Angelin Preljocaj. Il perfetto coreografo

Sguardo aguzzo, abituato a osservare ogni dettaglio, modi felpati ma decisi: Angelin Preljocaj ha le stigmate del coreografo perfetto. Sa quel che vuole, sa come ottenerlo. Con estro, talento, tra i migliori del panorama della danza contemporanea dai tempi della nouvelle danse quando si è fatto notare negli anni Ottanta.

Lui, nato nel 1957 da una famiglia di rifugiati albanesi, è diventato oggi uno dei migliori figli di Francia, che gli ha messo a disposizione il Pavillon Noir a Aix-en-Provence, luogo ipertecnologico dedicato interamente alla danza. Qui,  Angelin, che ne è direttore artistico, crea per la sua compagnia, le Ballet Preljocaj, e per i corpi di ballo di tutto il mondo. Un artista in piena ebollizione artistica: A settembre è in Italia, a Oriente Occidente con La Fresque e l'interessante progetto open air G.U.I.D (incursioni coreografiche urbane con estratti de suo repertorio, il 7 e 8 settembre) e poi a Torinodanza con Romeo et Juliette.

Preljocaj, lei dice di creare sul ‘materiale umano’ a disposizione: quando rimonta un balletto per un altro corpo di ballo possono esserci cambiamenti significativi, un po’ come accadeva nella tradizione dei balletti classici?
Non modifico la coreografia ma lascio ai danzatori la possibilità di interpretare un movimento, indossarlo come lo sentono meglio.

Particolarmente sensibile alla memoria della danza, lei annota tutte le sue coreografie. Perché ha privilegiato il metodo Benesh per la notazione?
E’ il primo che ho scoperto. Non dico che sia il migliore, ma il fatto che notazioni e musica vadano nella stessa direzione, da sinistra a destra, lo rende chiaro. E rispetto a una registrazione video, resta neutro, lascia libera l’interpretazione.

Quale delle sue coreografie vorrebbe tramandare?
Tutte! (ride) Ho deciso di registrare tutto quel che creo come gesto per la memoria. Una sorta di atto politico per dare la possibilità di scegliere a chi verrà dopo di me cosa preservare e cosa no.

Ha sempre avuto un occhio da cineasta – penso ai suoi lavori da videomaker o alla suggestiva clip pubblicitaria per Airfrance ricavata da una sequenza di Le Parc. Come cambia il suo modo di fare coreografia dietro una cinepresa?
Cambia la cornice in cui inserire la coreografia: quando lavoro con la cinepresa ho la possibilità di riprendere inquadrature diverse e di montarle poi a mio piacimento. E’ come avere un oceano di spazio a disposizione.

Empty Moves è evidentemente un omaggio a Cunningham. Cosa porta dentro di sé di quell’eredità e chi altro l’ha influenzata?
Agli inizi ho studiato con Karin Waehner, un’allieva di Mary Wigman, che veniva direttamente dall’espressionismo tedesco secondo il quale il movimento viene dall’interno, spinto dall’emozione. All’opposto del post modern americano dove è il movimento a generare l’emozione. Fui molto turbato da questa scoperta e influenzato da entrambi… Quel che mi attira del post modern è che non ci sia un focus, tutto ha lo stesso valore. Così come nell’universo non c’è un punto fisso, si può considerare valida ogni prospettiva. Mi piace l’idea che ogni movimento, abbia la stessa valenza. E non esiste un movimento più bello dell’altro, così come nella musica un do diesis non è meglio di un sol. E’ bella la relazione fra le parti. E’ così anche nella vita: non si esiste se non in relazione agli altri.

Il balletto è un prodotto di corte. E anche la danza contemporanea potrebbe oggi trovare obsoleto uno spazio teatrale. Esperimenti come quello della Nexo che esporta sul grande schermo gli spettacoli in diretta dal Royal Ballet in tutto il mondo può essere un nuovo modo di diffondere la danza?
Offre molte possibilità, ma resta un modo un po’ museale. Trovo più interessante il lavoro di Le Guide group urban d’intervention dansé, di Aix-En-Provence che si reca nei paesi, nelle piazze e negli ospedali a portare la danza. Capita poi che al Pavillon Noir arrivino alcuni di questi spettatori casuali che dichiarano di aver conosciuto così la danza. Io credo che sia la danza a dover andare verso la gente.

Sovvenzioni e aiuti economici del governo sono essenziali per il lavoro di un artista?
In Francia c’è un sistema forse non perfetto ma molto attento ai nuovi talenti. In Italia la gente ama molto la danza, c’è una tradizione forte e degli ottimi coreografi e danzatori. Li vedo nelle audizioni, ma dicono di non trovare lavoro in Italia. E’ un peccato, la danza meriterebbe di essere sostenuta meglio qui da voi: c’è un grande potenziale.

Lei lavora spesso in tandem con collaboratori di grande calibro: scenografi, light designer, musicisti…In che misura permette loro di entrare nella sua coreografia e di ispirarla?
Cerco di lavorare con artisti diversi perché è un modo di crescere. Io credo che la danza si debba nutrire di altre arti, delle esperienze di costumisti, architetti, stilisti. Scelgo i miei collaboratori in base alla tematiche dell’opera, per esempio per Les Nuits, ispirato alle Mille e una notte, mi sono rivolto ad Azzedine Alaia, grande stilista francese ma di origini orientali. Per Romeo e Giulietta ho chiamato Enki Bilal, disegnatore di fumetti che ha un segno molto politico.

Di cosa tratta "La Fresque" con cui torna a Rovereto?
E’ basata su un racconto cinese che mi ha affascinato. Invece di fare un’altra Biancaneve, come forse ci si aspettava, ho cominciato a leggere racconti da tutto il mondo per fare qualcosa di diverso. Questa è una storia bizzarra, che esplora la dimensione della rappresentazione. Parla di un personaggio talmente affascinato da un affresco da entrare in un’altra dimensione, in contatto con i personaggi raffigurati in quel dipinto. In qualche modo richiama il mito della caverna di Platone e le riflessioni su realtà e rappresentazione, illusione e verità.

 

Angelin Preljocaj in un ritratto di Lucas Marquand Perrier

© Riproduzione riservata

nidplatform-2024amat-scala-2024trinitylaban-2024joffrey-2024lostmovementrami-2024artemente-audizioni-2024nexo-roh-2023
bolshoi-ballet-2024

Vedi anche...