Hans van Manen ci ha lasciati: addio al Mondrian della danza
18/12/2025
L'AIA - Aveva 93 anni Hans van Manen, danzatore e poi coreografo di grandissimo successo che è mancato il 17 dicembre del 2025. Per nessuno come per lui valeva il detto “less is more”: togliere tutto e lasciare l’essenziale. Anche per questo era amabilmente definito “il Mondrian della danza”, perché come il suo connazionale Piet Mondrian amava creare sul palcoscenico l’essenzialità. “Nei miei balletti mi sforzo di eliminare il più possibile il movimento. Ogni passo superfluo deve essere tolto” amava dichiarare. Questo non gli impedì di realizzare circa 150 lavori per le più grandi compagni di danza.
Per esempio La Scala di Milano dove, un po’ di anni fa presentò un programma di forte impatto. In quella occasione abbiamo avuto modo di scrivere: “I tre brani di Hans van Manen ci portano in un mondo coreografico dove l’astrazione è solo apparente, e gli interpreti portano con sé la verità di esseri umani, le dinamiche dei rapporti. Sia le tre coppie in bianco di Adagio Hammerklavier (musica di Beethoven) sia gli otto interpreti di Kammerballet (Karayev, Scarlatti, Cage). In Sarcasmen (Prokofiev) i rapporti uomo donna diventano una lotta per la supremazia, atteggiamenti sarcastici e bullismo. Martina Arduino e Gioacchino Starace giocano come si deve il gioco sottile della sopraffazione. Van Manen va diretto al cuore dei rapporti senza infingimenti con un atteggiamento che potremmo definire protestante”. Suoi titoli in repertorio anche al Teatro di San Carlo di Napoli.
Van Manen era nato a Nieuwe-Amstel ed in seguito alla scomparsa del padre si era trasferito con la madre ad Amsterdam dove presto si era in innamorato del mondo della danza.
Nel 1946 aveva avuto modo di collaborare con un truccatore teatrale, Herman Michels, e successivamente entrare in contatto con la grande insegnante Sonia Gaskell che gli diede le prime lezioni di danza e lo ingaggiò nel proprio gruppo Ballet Recital nel 1951. Un anno dopo era nel balletto della Nederlandse Opera diretto da Françoise Adret dova ebbe occasione di creare lavori così come per lo Scapino Ballet.
Nel 1959 era a Parigi in compagnia, con i Ballets de Paris di Roland Petit. Erano gli anni in cui poteva danzare accanto a Zizi Jenmaire e la star di Hollywood Cyd Chariss e di incontrare quello che sarebbe diventato suo mentore e per molto tempo compagno di vita Gérard Lemaitre. Artista irrequieto si sarebbe poi a lungo diviso fra il Netherlands Dans Theater e il Dutch National Ballet dove è rimasto come senior choreographer sino alla morte.
Sostenitore di una danza che vive di sé stessa e non ha bisogno di raccontare altro da sé amava affermare che “La danza esprime la danza e nulla di più”. Ma la sua arte era solo in parte astratta in quanto si incentrava pur sempre sugli esseri umani e sulle loro relazioni, sentimenti, emozioni.
Nel corso della sua lunga carriera, come si diceva ha creato per molte istituzioni, ma anche collaborato con i massimi interpreti del suo tempo. Oltre a Gérard Lemaitre, Marianne Sarstädt, Alexandra Radius e Hans Ebbelaar, Coleen Davis, Rachel Beaujean, Fiona Lummis, Sol Léon, Sabine Kupferberg, Igone de Jongh e Olga Smirnova. Fra i molti danzatori per i quali ha creato sulle scene mondiali si annoverano Anthony Dowell, Marcia Haydée, Natalia Makarova, Rudolf Nureyev, Uliana Lopatkina e Diana Vishneva.
Nel 2014 Van Manen ha creato il suo ultimo lavoro a serata intera, Dances with Harp, per il Dutch National Ballet e nel 2019 un adattamento per un suo precedente brano Dances with Piano, per il quale aveva coreografato una nuova sezione.
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