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Eyal e Kratz insieme al Grande di Brescia

15/11/2024
Eyal e Kratz insieme al Grande di Brescia
tanzmainz in "Promise" di Sharon Eyal (ph. Andreas Etter)

BRESCIA La danza torna protagonista al Teatro Grande sabato 16 novembre con una doppia performance a firma di due protagonisti della coreografia contemporanea: Philippe Kratz e Sharon Eyal.

In apertura di serata, in prima italiana la coreografia Dusk, duetto creato dal coreografo Philippe Kratz, direttore artistico del Nuovo Balletto di Toscana, e interpretato proprio da due danzatori del Nuovo Balletto di Toscana. Primo Premio al 32° International Choreographic Competition Hannover 2018 e Premio Danza&Danza 2019 “miglior coreografo”, Philippe Kratz raccoglie quest’anno il testimone di Cristina Bozzolini alla guida della compagnia e porta al Teatro Grande una simbolica conversazione, sospesa tra l’attesa interminabile e le suggestive musiche per organo della compositrice svedese contemporanea Anna von Hausswolff. Il crepuscolo descrive il momento transitorio di una luce morente che si ritira lasciando un'eredità di colori tenui, o tinti d’oro, che si dissolveranno lentamente nella notte. Tra lo splendente addio del giorno e il semi-buio tutto sembra intangibile e allo stesso tempo incredibilmente vicino. Prendendo spunto da Samuel Beckett e Aspettando Godot del 1952, il duetto rappresenta un dialogo tra due esseri che, sospesi nello spazio, aspettano il buio (o piuttosto l’alba?) mentre intorno a loro la presenza del perenne crepuscolo segna il non-passare del tempo. Le musiche riempiono l’aria dando fiato ai due corpi, l’atmosfera è leggera e vibrante quanto pregna di potere allusivo.

Nella seconda parte della serata andrà in scena il lavoro dal titolo Promise che porta l’iconica firma di Sharon Eyal, coreografa dallo stile inconfondibile e richiestissima a livello internazionale, da D&D recensito alla prima italiana di Roma sul n. 303, marzo/aprile 2022). Dopo Plafona Now e il grande successo di Soul Chain, Sharon Eyal consegna alla Tanzmainz – la compagnia tedesca dello Staatstheater Mainz – il suo terzo lavoro coreografico che combina la fisicità del balletto con l’atmosfera della musica elettronica. Per sei settimane la coreografa ha lavorato con sette danzatori in un percorso estremamente intenso, portando all'estremo la complessa interazione tra disciplina e devozione. Sul palcoscenico il gruppo è intrinsecamente legato, talvolta come fosse un unico corpo. Figure in un mondo d'ombra in balia l'una dell'altra – reclusione e amore, vicinanza e desiderio, estasi e solitudine – in cui tutto sembra confondersi eppure è chiaramente distinguibile in preziosi e brevi momenti. Promise è come un sogno, immagini quasi irreali scompaiono con la stessa rapidità con cui sono arrivate, dopo essersi impresse nel cervello dello spettatore, come uno scorcio di eternità.

 

 

 

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