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Scala: la stagione di balletti guarda ai successi del passato

26/05/2025
Scala: la stagione di balletti guarda ai successi del passato
Manni con Del Freo, Agostino, Cazzato, Starace in "Bella Addormentata" (ph Brescia e Amisano/Teatro alla Scala)

MILANO Il Teatro alla Scala ha presentato stamani la Stagione 2025/2026: opera, balletti e concerti. In totale 250 spettacoli (15 opere, 8 titoli di balletto, 7 concerti sinfonici, la serie di appuntamenti "grandi pianisti" alla Scala, recital di canto, musica da camera, orchestre ospiti) e decine di manifestazioni accolte da un pubblico sempre più vasto, nazionale ed internazionale. Lo scorso anno il riempimento è stato pari al 90% e il teatro conferma 1500 abbonati.

Sostenuto con grandi investimenti dello Stato, della Città Metropolitana come sottolineato dal Sottosegretario alla Cultura del Mic Gianmarco Mazzi presente in conferenza stampa, il Teatro alla Scala vive anche grazie alla fitta rete di sostenitori privati, come ricordato dal Sovrintendente Fortunato Ortombina. Al tavolo dei relatori insieme al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, al direttore musicale uscente Riccardo Chailly (lascerà a fine 2026), al direttore del ballo Frédéric Olivieri anche Federico Zoppi, direttore di Rai Cultura, da dieci anni partner del teatro per le dirette su RAI 1 del 7 dicembre e del Concerto di Natale, e per la trasmissioni su RAI 5 che questa stagione prevedono l'opera La Traviata di Verdi e un solo balletto. 

Un tavolo esclusivamente maschile a cui risponde una stagione - dispiace constatarlo - poco attenta alle quote rosa: nella lirica una regista (Liliana Cavani, La traviata) e due direttrici d’orchestra (Speranza Scappucci, Lucia di Lammermoor e Simone Young in alternanza a Soddy per la Tetralogia di Wagner), nel balletto una coreografa (Pina Bausch, Le Sacre du printemps), nella stagione sinfonica nessuna direttrice. Compensa in un certo senso la mancanza di pari opportunità l’opera inaugurale del 7 dicembre, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk (1934) che a detta del suo autore Dimitri Shostakovich è “una dedica alla situazione della donna in diverse epoche della storia russa". Bene ha fatto il Maestro Chailly a sceglierla come titolo d'apertura anche per il suo messaggio di libertà dell’arte nei confronti del potere, risposta del compositore all'impetuosa avanzata dei regimi totalitari in Occidente e in Russia negli anni Trenta del secolo scorso.

Tra i titoli della stagione lirica attrae la novità di primavera: l'arrivo di Romeo Castellucci in Scala a firmare l’opera simbolista di Claude Debussy Pelléas et Mélisande a cui senz’altro il regista visionario saprà dare veste originale.

La stagione di balletto è un tuffo nel passato senza nuove commissioni e creazioni con l'arrivo a Milano di alcuni titoli di successo del repertorio contemporaneo e neoclassico degli ultimi cinquant'anni. Del resto è noto che Frédéric Olivieri ha dovuto correre ai ripari della mancata programmazione del suo predecessore, immaginando in pochi mesi ex-novo tutta la stagione 2025/26. “Il tempo - dichiara - è stato breve per pensare la stagione, ma sono orgoglioso di quanto siamo riusciti a realizzare, grazie anche alla disponibilità di tutto lo staff del Teatro. Ho puntato su titoli straordinari e nuovi per questo teatro, su stili diversi e sul contemporaneo per dare ai danzatori stimoli differenti. Affronteranno per la prima volta nel corso della stagione le cifre stilistiche di Ohad Naharin (Minus 16, creato nel 1996 per il NDT e nel repertorio di compagnie grandi e piccole di mezzo mondo), Pina Bausch (Frühlingsopfer, 1975), Jean-Christophe Maillot (Dov’è la luna, 1994), Christopher Wheeldon (Alice’s Adventure in Wonderland, commissione del Royal Ballet del 2011) e mi auguro sarà per loro una bella sfida”. Di ritorno a Milano si tratta invece per il britannico Wayne McGregor che dopo Woolf Works e la creazione Lore porta ora un suo titolo cult creato nel 2006 per il Royal Ballet: Chroma.

Sei diversi programmi a cui si aggiungono l’ormai tradizionale Gala Fracci anticipato a gennaio e ampliato a due serate (31 gennaio e 3 febbraio) per omaggiare Fracci di cui nel 2026 ricorrono i 90 anni dalla nascita e i 5 anni dalla scomparsa - e lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Tre i grandi classici portati sul palco del Piermarini ripresi dal repertorio: in apertura di stagione, il 18 dicembre, La Bella addormentata, poi a luglio 2026 Don Chisciotte entrambi nella versione di Rudolf Nureyev e a ottobre 2026 Giselle di Coralli-Perrot-Chauviré.

Chiudiamo con un'ultima nota. Nel programma stampato si parla soltanto dell'étoile Roberto Bolle e della sua presenza per Dov'è la luna di Maillot a marzo e per Apollo di Balanchine nella Serata Stravinsky: Balanchine-Bausch di novembre 2026, di Nicoletta Manni, l'altra étoile della compagnia, quella del momento, non si segnalano le apparizioni. 

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