Dignità umana e rispetto: "Antigone" di Alan Lucien Oyen all’Argentina
18/07/2025
ROMA Nell'ambito di Teatro Ostia Antica Festival dal 22 al 24 luglio va in scena una nuova creazione firmata da Alan Lucien Øyen, coreografo all’avanguardia nella reinvenzione dei linguaggi della scena: Antigone, in prima mondiale al Teatro Argentina. Una sinfonia di danza e parole, interpretata dai danzatori di Winter Guests, affiancati da alcuni dei danzatori storici del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch e da Antonin Monié dell’Opera di Parigi.
Artista associato del Norwegian National Opera and Ballet, Alan Lucien Øyen, tra le voci più innovative della coreografia contemporanea, restituisce la sua personale visione sul mito classico in una messinscena che, fondendo teatro, danza e parola, si inserisce nella grande tradizione del Tanztheater e in dialogo con la narrazione intima e dal taglio cinematografico dello stesso artista, che ha individuato nel Teatro Argentina la cornice perfetta per dare vita alla reinterpretazione di Antigone.
Le sue creazioni, caratterizzate da una scrittura profonda e cinematografica, in cui realtà e finzione si intrecciano in narrazioni visivamente mozzafiato, offrono al pubblico un’esperienza intensa, emotiva e immersiva: "La nostra Antigone non è una messa in scena del testo di Sofocle, ma una radicale reinterpretazione della sua tragedia senza tempo attraverso la poesia fisica del Tanztheater, unita alle parole e alla danza contemporanea – racconta il regista e coreografo – Più di una semplice narrazione, è una riscoperta delle idee affrontate nell’opera – attraverso i movimenti, le parole e le situazioni".
Sul palco, la fisicità e teatralità dei danzatori del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch (Douglas Letheren, Nazareth Panadero, Héléna Pikon, Julie Shanahan, Fernando Suels) si fondono con il talento di Antonin Monié dell’Opera di Parigi e degli interpreti della compagnia Winter Guests (Enoch Grubb, Pascal Marty e Meng-Ke Wugui) guidata dallo stesso Øyen, che sottolinea così l’importanza di questo singolare mix di danzatori: "Non riesco a immaginare un gruppo di danzatori migliore per incarnare le contraddizioni insite nel cuore di Antigone – esprimendo la lotta oltre ciò che le parole possono contenere".
L’intreccio dei diversi linguaggi espressivi dà nuova vita alla tragedia senza tempo di Sofocle, attraverso un equilibrio armonico che unisce la poesia fisica del teatro con la danza contemporanea e la parola recitata. Una creazione profondamente umana e viscerale, che affronta dilemmi irrisolti come la dignità, la complessità del potere e il costo della resistenza, temi ancora attuali in un mondo scisso dove il dialogo fallisce e la giustizia è contesa. In questo contesto, scene, luci e costumi disegnano un ambiente evocativo e fluido, in cui l’antico riaffiora nel presente con una forza tutta contemporanea: "Antigone di Sofocle, risalente a tremila anni fa, affronta un dibattito attuale – continua il coreografo e regista: la dignità umana e l’umiltà sono in gioco in una lotta per il rispetto delle leggi umane. Che cos’è la civiltà umana senza rispetto? Senza la dignità degli altri?".
In sinergia co-produttiva con Winter Guests, Teatro di Roma e The Norwegian Opera and Ballet, il lavoro supera i confini del teatro tradizionale toccando corpo, mente e coscienza, in un’esplorazione che riflette sul dissolvimento del senso nel nostro tempo, attraverso un ritratto plurale della figura dell’eroina che pone al centro dell’opera sofoclea l’essere donna: "Nella nostra versione chiunque può essere Antigone, infatti, interpreti diversi incarnano differenti aspetti di ciò che significa essere una donna in lotta, permettendoci di rappresentare queste sfaccettature attraverso generazioni diverse piuttosto che inchiodarle a un unico corpo. Infatti, duemilacinquecento anni dopo Sofocle, le donne continuano a essere vessate: nel modo in cui vengono oggettificate, limitate nei diritti e nelle retribuzioni".
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