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A Rovereto si dà voce ai ’corpi assenti’

02/09/2025
A Rovereto si dà voce ai ’corpi assenti’
YYDC in "Somewhere" (ph. Alice Chacon)

ROVERETO Dal 3 al 13 settembre, 40 eventi per dare voce ai “Corpi Assenti”. Questo il titolo del progetto triennale di Oriente Occidente Dance Festival inaugurato con l'edizione numero 45 al via oggi.

Attraverso spettacoli, performance, incontri e momenti di confronto, Oriente Occidente si propone spazio vivo di dialogo e riflessione, capace di accogliere complessità e pluralità di visioni. Protagoniste 17 compagnie provenienti da altrettanti Paesi del mondo a raccontare l’assenza e ricercare nuove modalità di presenza nonché nuove possibilità.

“Abbiamo scelto come titolo Corpi Assenti per questo triennio di attività - spiega il direttore artistico Lanfranco Cis – perché attraverso spettacoli, performance e momenti di riflessione, ci diamo la possibilità di vedere dove non si guarda, di restituire ciò che è stato rubato, di ascoltare ciò che è stato taciuto. Attraverso la carne, il gesto e le storie possiamo rendere visibile l’invisibile. Possiamo riconoscere il corpo dell’assenza, il corpo fuori fuoco e fuori categoria”.

Si concentrano sulle fratture che portano al cambiamento i lavori Orage di Dalila Belaza dove un’anima inquieta incontra il free rock del chitarrista Serge Teyssot-Gay; Screensaver Series di Neve Harrington; Dies Irae. Concerto per donne e martelli di Gloria Dorliguzzo che coinvolge non professionisti volontari per l'esperienza (vedi intervista su D&D n. 324) e della norvegese Carte Blanche che ha affidato a Eszter Salamon il pittorico e cangiante Monument 0.10: the living monument, lavoro nel quale il pubblico assiste alla creazione di opere d’arte grazie a corpi-sculture provenienti da altri mondi, la cui interazione è rarefatta, prigioniera di un nuovo spazio-tempo.

Si attraversano le radici, a volte spezzate o negate, nei lavori di Batalo East, Nambi, in cui un gruppo di donne invita a riscoprire l’eredita culturale del Benin e dell’Angola e in Último Helecho di François Chaignaud e Nina Laisné per un rituale ipnotico tra mitologie sudamericane e suggestioni barocche interpretato da Chaignaud con la cantante folk sperimentale di Buenos Aires Nadia Larcher. Sempre Chaignaud sarà protagonista di Récital, in cui tra le tele del Mart recupera l’eredità di Isadora Duncan e di alcuni suoi assoli iconici accompagnato dal pianoforte live.

Artista associata del Festival, Sofia Nappi presenta The Fridas, un duetto maschile in cui si sfidano le convenzioni ispirato dall’arte di Frida Kahlo, mentre la giovanissima artista giapponese Yoko Omori, di ritorno a Rovereto, presenta la novità Tounelan ispirata al cigni della tradizione ballettistica e a Sibelius. Apertura in piazza Erbe, il 4 settembre, con Somewhere OFF, performance urbana della coreografa Yue Yin con la sua compagnia che anticipa l'incredibile tecnica di contemporanea dell'artista cinese attiva a New York denomina FoCo che il pubblico vedrà sulla scena dell'Auditorium Melotti il 5 settembre per l'ipnotico Somewhere.

Chiusura con il focus su Marcos Morau, artista che il Festival ha sostenuto sin dagli albori della sua carriera e a cui ora dedica un momento di approfondimento attraverso la proiezione del film Polvo serán, pellicola del regista spagnolo Carlos Marqués-Marcet, con coreografie di Marcos Morau; la conversazione tra Marcos Morau e la nostra direttrice Maria Luisa Buzzi che attraverserà la carriera dell’artista e la sua presenza negli anni al Festival e un momento di formazione condotto con La Veronal Studio con gli allievi del Summer School di Artemente. Il Festival suggella l'edizione 2025 con la danza travolgente di Circus Baobab, un lavoro dove l'acrobazia e l'hip hop incontra il tema della carenza d'acqua in alcune aree del nostro pianeta.

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