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Michele Merola VideoTalk: la Natura in scena

"Pastorale" e "Duo D’Eden", i titoli del nuovo dittico

Di Maria Luisa Buzzi 16/10/2020
Michele Merola VideoTalk: la Natura in scena
Michele Merola

Un dittico: due debutti celebrativi. La MM Contemporary Dance Company di Michele Merola, compagnia di rilievo del nostro panorama, torna in scena con due “prime” al Teatro Sociale di Trento il 21 ottobre, per l'apertura della stagione InDanza 2020 curata da Emanuele Masi. Al debutto la nuova coreografia "Pastorale" di Michele Merola sulla Sesta Sinfonia di Beethoven eseguita live nella trascrizione per due pianoforti da Stefano e Giancarlo Guarino e il celeberrimo duetto di Maguy Marin tratto da "Eden".

Un filo rosso ‘bucolico’ lega il nuovo dittico che trasporta lo spettatore in atmosfere emozionali e meditative, al confronto con l’archetipo e la natura che incanta.

La serata si apre con il breve e intenso Duo D’Eden, capolavoro siglato Maguy Marin, coreografa francese Leone d’Oro alla Carriera della Biennale di Venezia. La ripresa di questo notissimo duetto per la MMCDC è a tutti gli effetti un evento. Nato nel 1986 ad Angers e interpretato anche da étoiles del Ballet de l’Opéra de Paris, Duo d’Eden è un articolato corpo a corpo di rara bellezza tra due esseri seminudi, un passo a due di prese e avvinghiamenti dal quale emerge uno stato di grazia da paradiso terrestre.  

Così ne scrive Yasmine Tigoe: “Due corpi, come nudi, avanzano in scena, si avvinghiano l’uno all’altro e non si lasciano più. Un uomo e una donna con i corpi che si attirano e si aggrappano, congiunti l’uno all’altro fino a diventare indissolubili. Lei, una liana che si avvolge, si attorciglia. Lui che la tiene, la ritiene, la sostiene. C’è qualcosa di mitico nella loro danza, in questa fusione totale di due esseri che diventano uno per non separarsi più. Eden è l’amore originale, quello dei tempi dell’innocenza. C’è anche qualcosa di crudo e di primitivo, in questo duo. L’immagine dei rumori delle cascate e di temporali che compongono il suono della danza. Eden è una danza piena di forza e di bellezza, forse a causa di ciò che di naturale si sprigiona dal movimento della purezza e dalla precisione del gesto, dalle figure quasi plastiche, dalla potenza dei corpi. È da lì che sorge l’emozione. Da questa sobrietà che rivela l’essenziale. Se l’amore è una danza, è sicuramente Eden”. 

Segue Pastorale di Michele Merola sulla Sinfonia n.6 Op.68 (detta appunto “Pastorale”) di Ludwig van Beethoven trascritta per due pianoforti e interpretata dai virtuosi fratelli Giancarlo e Stefano Guarino. Coreografia per nove interpreti in cui il coreografo dichiara di voler seguire l’andamento dei cinque movimenti della celebre Sinfonia riallacciandosi al significato profondo del componimento e alle fonti di Beethoven: l’uomo a contatto con la natura e la vita campestre. Topos romantico, quello dell’incontro con la natura è in questo caso anche dato di vita reale per Beethoven che all’epoca del componimento trascorreva molto tempo in campagna. “Per le rocce, gli alberi e i boschi passano le risonanze di cui l’uomo ha bisogno”, recita, infatti, il sottotitolo dell’opera. 

Un tema di grande attualità quello del rispetto della natura che Merola riprende nella sua coreografia insieme alla struttura formale della Sinfonia su cui la danza si modella. “Nei cinque movimenti della Sesta Sinfonia – spiega Merola - ascoltiamo emergere gli opposti in lotta. Nella coreografia ho cercato la medesima progressione di contrasti: passi pieni di lirismo alternati a tensione ritmica, gestualità morbide e slanci concitati. E i danzatori diventano qui attori, spettatori e mediatori di una nuova consapevolezza nei confronti del paesaggio”. 

 

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