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Ultimo weekend al Festival di Spoleto con due debutti

09/07/2024
Ultimo weekend al Festival di Spoleto con due debutti
"takemehome" los-angeles (ph. Angel Origgi)

SPOLETO Ancora due prime nazionali al Festival di Spoleto per il weekend conclusivo del 12,13 e 14 luglio. Attesi al Teatro Menotti Deepstaria di Wayne McGregor per la sua compagnia e  al Teatro Romano il 13 luglio Takemehome di Dimitri Chamblas, tra gli interpreti provenienti da tutti i continenti, anche nomi di grande spicco come la prima ballerina dell'Opéra de Paris Marion Barbeau (cover story Magazine N. 313), Bryana Fritz (ospite anche a Bolzano Danza con un suo progetto) e il coreografo del Burkina Faso Salia Sanou.

Il pluripremiato coreografo inglese Wayne McGregor, direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra, presenta al Festival dei Due Mondi uno spettacolo che porta la sua trentennale ricerca coreografica verso una nuova e radicale frontiera.

Fin dall'inizio dei tempi, l'umanità ha subìto il fascino del vuoto. Dalle profondità marine allo spazio profondo, queste zone oscure e misteriose accendono l’immaginazione e il desiderio di esplorare il nostro mondo fino ai suoi confini. In Deepstaria – il cui titolo si ispirata a una misteriosa specie di medusa – McGregor crea un'esperienza sonora di pura danza, altamente sensoriale e meditativa, che riflette sul nostro profondo rapporto con il vuoto e la mortalità.

"Viaggiando oltre noi stessi"racconta McGregor, "cerchiamo la conoscenza per illuminare e sviluppare la nostra condizione umana. Allo stesso tempo, questi spazi di nero infinito, simili a un grembo materno, sono sorprendentemente familiari: richiamano connessioni dimenticate nel profondo e suscitano, forse, deboli echi di stati inconsci dell'essere, fluttuando in luoghi del prima e del dopo".

Utilizzando sul palcoscenico la tecnologia Vantablack per creare un'oscurità insondabile, McGregor immagina un ambiente che altera le tradizionali gerarchie della percezione. In questo vuoto, le visioni acustiche e la musica animata del sound designer premio Oscar Nicolas Becker e del rinomato produttore musicale LEXX creano un paesaggio sonoro onirico che viene continuamente ricomposto ed eseguito dal rivoluzionario dispositivo digital audio Bronze AI, ridefinendo così il rapporto tra danza dal vivo e la musica registrata dal vivo in tempo reale.

Come la medusa con la sua capacità di rigenerazione, Deepstaria invita a sognare di nuovo la nostra connessione immortale con l'universo che ci accoglie.

L’ultima creazione di Dimitri Chamblas e Kim Gordon takemehome è un'esperienza visiva e uditiva che prende forma in un ambiente notturno, alla luce dei lampioni o cieli stellati, tra lucciole o fari di automobili, passi o movimenti furtivi di animali notturni.

Al ritmo delle chitarre elettriche e degli amplificatori di Kim Gordon, bassista, chitarrista e vocalist della alternative-rock band Sonic Youth – «una delle donne più audaci del rock» la definisce The New Yorker – i danzatori si muovono come sagome che emergono e scompaiono, sfuggenti ma familiari, intrecciati e interdipendenti. Al crocevia tra potere e rassegnazione, sono le persone dimenticate delle grandi metropoli, prigionieri o anziani, fantasmi improduttivi, trascurati, indecisi.

"Lo spettacolo nasce a Los Angeles", racconta il coreografo Dimitri Chamblas, "dalle lunghe ore che ho trascorso guidando di notte di ritorno da un carcere di massima sicurezza situato fuori Hollywood, dove insegno. Come nelle maggiori metropoli del mondo, il traffico pedonale è stato eliminato e con esso la miseria e la malavita che lo accompagnavano. A volte, di notte, questo mondo di asfalto appena illuminato lascia emergere fantasmi e sagome. Ho immaginato un intero universo di forme umane basato su queste assenze".

Chamblas sceglie di mettere da parte il virtuosismo e si affida agli interpreti, provenienti da diversi continenti, ciascuno con un bagaglio artistico peculiare, oltre a una conoscenza del palcoscenico che gli permette di interpretare ogni tipo di gestualità, dal silenzio all'eccesso.

I danzatori si muovono nella penombra, si scambiano gesti e prendono forma. Sulle loro teste incombe lo zeppelin luminoso ideato da Yves Godin, prima di scomparire, temporaneamente inghiottiti dall'oscurità. La bellezza emerge dal nero, occorre attraversare queste sfumature perché lo spettacolo diventi un'ode alle ombre dimenticate delle grandi metropoli.

 

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