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La nuova ondata di stelle russe

A Legnago un Gala per vederne alcune l’8 febbraio

Di Sergio Trombetta 29/01/2013
La nuova ondata di stelle russe
La nuova ondata di stelle russe

Si chiamano Natalja Osipova, Ol’ga Smirnova, Anna Tichomirova, Sergej Polunin, Vladislav Lantratov, Vladimir Škljarov, Ivan Vasil’ev.

Se pensate che il top delle grandi ballerine si identifichi ancora con Uljana Lopatkina, e Diana Višneva a Pietroburgo, Svetlana Zacharova e Maria Aleksandrova a Mosca, Leonid Sarafanov e Denis Matvienko fra i maschi, vi siete persi l’ultima covata.

Sul “Kommersant” (Il Commerciante), autorevole quotidiano della capitale, il critico, Tatjana Kuznecova, ha decretato ballerini dell’anno Polunin, Osipova e la Smirnova.

Al programma della tv russa, “Bilet v Bol’šoj” (un biglietto per il Bol’šoj) il direttore Sergej Filin, nelle settimane passate, ha presentato con grande orgoglio una “Bajadera” che ha avuto per protagonisti i tre giovani portentosi Smirnova, Tichomirova e Lantratov. Poco più di 60 anni in tre. E il Teatro Salieri di Legnago, vicino a Verona, li annuncia in una serata di gala insieme a molti altri giovani russi che parteciparanno al Prix Benois de la danse l’8 febbraio.

Spesso li si può vedere come protagonisti sul canale tv russo Kul’tura nel Talent Show intitolato “Bol’ šoj Balet”, cioè “Grande balletto”, una versione molto meno cheap di “Amici”, che si può anche trovare su YouTube

E ai nomi appena citati occorre aggiungere almeno, e con pochi anni in più, a Mosca Evgenija Obraszova, Ekaterina Krysanova e David Hallberg (primo americano nominato étoile in Russia). A Pietroburgo Ekaterina Kondaurova e Vitktoria Tereškina.

Non sono soltanto macchine per danzare, ma artisti di talento e qualche volta personaggi anche fuori scena.

Di sicuro lo è Sergej Polunin. Ventidue anni, ucraino, ha lasciato Kiev a 14 anni per volare a Londra alla scuola del Royal Ballet, debuttare a 17, diventare principal (cioè étoile) a 19, mollare tutto burrascosamente, con grande scandalo, a 21, e ricomparire al Teatro Stanislavskij di Mosca dove, è diventato il nuovo idolo del pubblico dopo appena uno spettacolo. Perfezione tecnica, eleganza, personalità ruvida, volto penetrante e carisma da vendere. Quando è in scena eclissa tutti. Il “New York Times” e il “Guardian” lo hanno paragonato a Nureyev. E per una volta non sembra davvero la solita banalità. Nureyev scelse con strepito mediatico di restare in Occidente a 23 anni. E lui, a 21, al termine di una prova al Covent Garden ha salutato tutti e ha detto: “Per me finisce qui. Mollo la compagnia”. Poi è scomparso ed ha cominciato tweettare che cercava droga. Girava voce che aveva aperto un Tatoo Parlour con un amico. Gli inglesi gli han tolto il premesso di lavoro in Inghilterra. Ma dalla Russia Igor’ Zelenskij, direttore dello Stanislavskij lo ha recuperato e chiamato a Mosca. Dove ha sbaragliato tutti anche al Talent Show “Bol’šoj Balet” con l’assolo “Narciso”, che un tempo ballava Vladimir Vasil’ev, e con un passo a due da ”Marguérite et Armand” di Ashton, reso famoso proprio da Nureyev e Margot Fonteyn. Ed è in questo brano che il nuovo direttore del Royal Ballet, Kevin O’Hare, lo ha invitato a danzare al Covent Garden il 21 febbraio prossimo con la spagnola Tamara Rojo.

Simile clamore han suscitato Natalja Osipova e Ivan Vasil’ev. Ballerini dalla tecnica superbrillante, i migliori interpreti del “Don Chiosciotte”, hanno lasciato il Bol’šoj per andare a ballare al Michajlovskij di Pietroburgo, il secondo teatro della città, dove il direttore Vladimir Kechman ha fatto loro ponti d’oro. Mossa astuta: di lì hanno preso il volo per le scene di mezzo mondo dove sono invitati come stelle ospiti. Lui, Ivan, fisico forte, volto massiccio, anche se non sarà mai un danseur noble, è un mostro di virtuosismo e le sue triple cabriole, viste al rallentatore su YouTube, tolgono il fiato. Lei Natalja, sarà alla Scala il 10 febbraio per debuttare in “Notre Dame de Paris”, di Roland Petit e poi a luglio nel “Lago dei cigni”

È pura classe pietroburghese invece quella di Ol’ga Smirnova, bella come una top model, flessuosa come un giunco. Appena uscita dalla Accademia Vaganova di Pietroburgo è arrivata al Bol’ šoj per restare un giorno solo nel corpo di ballo. Le han dato subito ruoli da solista per poi passare a parti da étoile. È commovente come Bajadera Nikia nella danza di morte col serpente, lunare nell’atto delle ombre, imperiale in “Diamonds” di Balanchine. “Quando compare capite subito che è diversa da chiunque altra. Non è soltanto bella, ma con le sue gambe lunghe e sottili, gli zigomi alti e gli enormi occhi a mandorla, sembra una splendida extraterrestre fuggita da una fiction di fantascienza” ha scritto di lei il New York Times.

Il segreto di queste meraviglie sta ancora e sempre nella scuola. Prima di tutto l’Accademia Vaganova di Pietroburgo, l’Istituto teatrale dei tempi degli zar, fondato nel 1738 e che dall’inizio del’800 si affaccia su via Rossi (dal nome dell’architetto di origine italiana che l’ha disegnata) nel cuore neoclassico della città. Di lì sono usciti praticamente tutti: da Balanchine, Nijinskij, Anna Pavlova giù giù sino alla Makarova Baryshnikov e Nureyev.

Alla Scuola del Bol’ šoj di Mosca si sono diplomati invece, per esempio Vladimir Vasil’ev e Ekaterina Maksimova, e oggi Osipova, Ivan Vasil’ev e Tichomirova.

Ma l’altro segreto è che questi giovani virgulti, una volta entrati a teatro, continuano ad essere seguiti dai maestri, che loro chiamano “pedagog”. Anziani ballerini dai quali apprendono ogni singola parte: Michail Lavrovskij ha insegnato il ruolo di Solor a Lantratov, per esempio. Marina Kondrat’eva ha seguito passo passo la Osipova e ora la Tichomirova.

Singolare poi il fatto che, come nei tempi bui dello stalinismo, anche oggi i talenti danzerini sbocciano nel momento in cui, dal punto di vista artistico, i due grandi teatri attraversano il gelo putiniano. Al Mariinskij fa il bello e il cattivo tempo il superdirettore d’orchestra Valerij Gergiev che detta legge anche nelle scelte del balletto. Al Bol’ šoj non solo è tornato a spadroneggiare l’ultraottantenne Jurij Grigorovič con i suoi balletti tronfi ed eroici, ma l’attentato a Filin ha portato in evidenza gli intrecci incredibili fra teatro e malaffare.

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