Coda artistica per Interplay e stretta di mano con Torinodanza
Domani e dopo alla Lavanderia a Vapore la danza made in Italy
03/10/2023
TORINO Il festival Interplay il 4 e 5 ottobre presenta due appuntamenti saltati causa maltempo nel corso dell'ultima edizione di maggio e incontra la programmazione di Torinodanza alla Lavanderia a Vapore di Collegno nel segno della coreografia made in Italy.
A ingresso gratuito (su prenotazione) i due brevi lavori The Halley Solo di Fabrizio Favale & First Rose e Room 22 di Marianna Moccia e Valeria Nappi per FUNA Danza verticale a cura di Interplay e a seguire la prima nazionale di INSEL nuovo lavoro della coppia Panzetti/Ticconi coprodotto dalla rete di operatori Jump.
Progetto vincitore del bando Danza Urbana XL 2022, in The Halley Solo il danzatore abbandona qualsiasi tipo di riferimento narrativo per lanciarsi, come un corpo celeste nello spazio, in più traiettorie e dinamiche, cambi di qualità e densità, stasi e rapide torsioni. Room22 nasce invece dalla convivenza forzata tra le due danzatrici e performer. Partendo dalla costrizione di uno spazio limitato, riconducibile allo sgabello, l’opera indaga il concetto di comunicazione tra gli individui nel tempo del distanziamento sociale. La volontà è quella di disegnare lo spazio interiore che le due performer costruiscono, tentando di rimanere in connessione tra loro nonostante la distanza fisica.
INSEL (h. 20.45) di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, autori che si sono rapidamente affermati in Europa e oggi ritenuti tra i più interessanti della scena italiana, guidano in questa performance un quartetto di danzatori per indagare il concetto di isola (Insel): uno spazio circoscritto esplorato in senso simbolico come metafora della condizione esistenziale. "L’impatto fisico del naufrago su un’isola deserta e la caduta nel profondo della propria interiorità - chiarano Panzetti/Ticconi - sono in INSEL collisioni equivalenti. INSEL, in italiano ISOLA, è una creazione coreografica e sonora per quattro performer, che sceglie una condizione geografica come riferimento simbolico per volgere lo sguardo all’individuo e l’inevitabile incontro con la propria ombra.
Due figure, sorvegliate dalle loro ombre, trovano nel monologo l’unico canale espressivo. Compiaciute dai loro stessi toni sofferenti non contemplano la presenza dell’altro. Precipitano nell’oscuro del proprio essere, inscenando il dramma del proprio narcisismo.
Le ombre si estendono come oscurità maestosa e voce, una voce antica, profonda, che con vibrazioni telluriche dissestanti scardina ogni tipo di protagonismo egoico e lascia spazio, tra il terreno sformato e scosso, al possibile emergere di una comunità. Il lamento, da solitaria narcisistica espressione del singolo, si struttura in cadenzati gesti collettivi. Le prefiche conducono il rituale, mentre la voce dell’isola accompagna e lenisce.
La voce, di Gavino Murgia, si ispira alla tradizionale tecnica del Cantu a Tenore originaria dell’isola di Sardegna".
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