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Hu Robot al Teatro Vascello di Roma

Dal 4 al 6 ottobre la creazione di Ariella Vidach per il Balletto di Roma

Di Giuseppe Distefano 27/09/2019
Hu Robot al Teatro Vascello di Roma
Hu Robot al Teatro Vascello di Roma

ROMA In occasione della ripresa al Teatro Vascello di Roma di "HU_Robot", creazione di Ariella Vidach e Claudio Prati per il Balletto di Roma, il 4-5-6 ottobre 2019 riproponiamo la recensione uscita su Danza&Danza al debutto assoluto a Lugano di Giuseppe Distefano.

LUGANO Il nono danzatore, con un braccio robotico movibile dotato di telecamera e videoproiettore, si chiama UR10 Universal. È il suo “sguardo” a intrigarci. Si potrebbe perciò dire che quello cui assistiamo, ovvero HU_Robot, la nuova creazione di Ariella Vidach e Claudio Prati per il Balletto di Roma (coproduzione LuganoInScena), è il punto di vista del robot. Ciò che scruta si riverbera e si dilata sulle pareti bianche e sul tappeto della scena, con i danzatori a tratti osservatori di se stessi, nonché osservati. Pioniera in Italia di performance multimediali, dopo un’intensa formazione negli anni Ottanta con i protagonisti della danza postmoderna statunitense, Vidach, insieme all’artista visivo Claudio Prati, continua la sua ricerca di relazione tra danza e tecnologie interattive, tra corpo e utilizzo di software in grado di creare suoni e immagini in tempo reale. Ed è quel totem tecnologico a dettare tempi e movimenti, una risonanza anatomica dentro una partitura coreografica strutturata che amplia le potenzialità percettive e immaginative, e anche uditive per quel suono ipnotico, siderale (forse gioverebbe, a tratti, un intervento musicale di altra natura che rompa il loop acustico) interrotto da silenzi e interferenze che mutano le atmosfere luminose e le sequenze danzate. Queste si sviluppano inizialmente in turbinii isolati, come chip vaganti di un dispositivo tecnologico in via di attivazione. Un lucente, sottile segmento si materializza ingrandendosi e assottigliandosi, cui corrisponde un vagheggiare di linee astratte disegnate dai gesti dei danzatori spersi nello spazio. Con oscillazioni, spostamenti in orizzontale e in verticale, corse all’indietro, deviazioni improvvise, giungono a raggrupparsi, poi a disporsi frontalmente catturati dentro un reticolo digitale che, da lì in avanti, modifica la sua grafica in numeri e lettere, pulviscoli spaziali, architetture di pixel che si frantumano. E con essi i corpi. In questo universo immersivo la danza si intensifica attivando duetti, terzetti, figurazioni tridimensionali che un visore virtuale sugli occhi di una interprete riproduce infine dentro una scatola: un ecosistema dove rivediamo in miniatura tutta la scena coi danzatori, bravissimi connettori umani delle nuove forme interattive della Vidach.  

Teatro Vascello Roma
4,5,6 ottobre 
www.teatrovascello.it

 

in copertina, Balletto di Roma in "Hu Robot" (foto Mirella De Bernardi)

© Riproduzione riservata

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