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Fuori Programma Festival alza il sipario

In diversi spazi di Roma a partire dal 2 luglio.

30/06/2025
Fuori Programma Festival alza il sipario
Nader/Campos (ph. alfred mauve)

ROMA Decima edizione di Fuori Programma, il festival internazionale di danza contemporanea della Capitale con la direzione artistica di Valentina Marini. Si alza il sipario il 2 luglio con molti nomi interessanti raggruppati nel titolo scelto per l'edizione: In-Canti

Il cartellone degli spettacoli coinvolge diversi luoghio come il Teatro India, i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali per concludersi al Parco Tor Tre Teste Alessandrino, dove vengono presentati lavori firmati da Marcos Morau/La Veronal, Roberto Zappalà/Compagnia Zappalà Danza&Munedaiko, Michele Di Stefano con Lorenzo Bianchi Hoesch/mk, gruppo nanou, Francesco Marilungo/ Körper, Oona Doherty, Guy Nader&Maria Campos, Sau-Ching Wong&Carles Castaño Oliveros, Meytal Blanaru/Scottish Dance Theatre, Andrea Costanzo Martini, Biagio Caravano, Dom- & Asinitas.

“Per celebrare un decennio di piccoli incanti, seminati in luoghi nascosti ed eccezionali della città di Roma, ci piacerebbe condividere un sentimento di fiducia nella forza collettiva, un incondizionato slancio a costruire insieme un domani, che attualmente sembra avere contorni tremanti. Allora l'incanto è il filo conduttore che tiene insieme il vasto respiro delle proposte artistiche di questo anno, guidati dal desiderio di riappropriarci delle frequenze utopistiche dell'immaginazione” afferma Valentina Marini, che aggiunge: “Incanto è un sostantivo che emana la sensazione vibrante tra il sogno e la veglia, la meraviglia della riscoperta, il sintonizzarsi con gli ecosistemi che ci coesistono. In contrapposizione alla disillusione che conduce all'immobilità, evochiamo allora un sentire folle, spericolato, in un perpetuo moto che si disperda in diverse traiettorie del possibile. I nostri In-canti sono una tensione verso la sospensione temporanea della logica, non tanto per riposare nella seduzione spettacolare, quanto per ritrovare, come comunità, la forza propulsiva di reinventare insieme nuovi mondi”.

Fra i protagonisti assoluti di questa decima edizione la pluripremiata compagnia spagnola La Veronal di Marcos Morau, al festival il 5 luglio al Teatro India con Totentanz. Morgen ist die frage, rivisitazione contemporanea del rituale delladanse macabre” che nel Medioevo serviva ad esorcizzare la paura della morte in un carnevale di disperata vitalità. (vedi recensione su D&D n.  )

Dalla scena iberica – con il supporto di Acción Cultural Española (AC/E) – approdano anche due innovativi ensemble di ricerca. Il primo è GN|MC, formato dal libanese Guy Nader e dalla spagnola Maria Campos che il 2 luglio al Teatro India presentano Time Takes the Time Time Takes, un ipnotico lavoro ispirato dai movimenti oscillatori del pendolo che, attraverso le gestualità dei 5 danzatori in scena, esplodono in una sequenza di molteplici incontri, evolvendo verso un “perpetuo mobile”. Il secondo è invece il duo composto da Carles Castaño e Sau-Ching Wong che arrivano a FP25 con la Prima Italiana di KRUID, in scena il 3 e 4 luglio al Teatro India. KRUID è una performance di danza interattiva che, grazie all’utilizzo di dispositivi di realtà virtuale, genera un mondo fantastico tra forme astratte, corpi umani e architettura, offrendo un'esperienza immersiva in un ambiente in continua evoluzione. 

Dal Regno Unito arriva poi la danzatrice e coreografa nordirlandese Oona Doherty, Leone d’Argento per la Danza nel 2021 - che si muove tra teatro fisico, rivendicazione sociale e danza: in Hope Hunt and the Ascension into Lazarus, in programma il 6 luglio al Teatro India, la Doherty mostra l’energia dei quartieri sottoproletari di Belfast, mettendo in evidenza la profonda umanità che si nasconde dietro la violenza verbale e gestuale di strada e rendendo il proprio corpo un vero dispositivo narrativo che racchiude le storie di molte donne irlandesi. Ma anche lo Scottish Dance Theatre, fondato nel 1986 come progetto di danza rivolto alla comunità locale e oggi compagnia di danza più importante della Scozia, che arriva al festival, il 5 luglio al Teatro India, con Ray, creazione commissionata alla coreografa e danzatrice di origine israeliana Meytal Blanaru. Ray è una riflessione sul concetto di “emergenza”, un’esperienza collettiva in cui i corpi si esprimono nei modi più diversi, in assoluta libertà e in una dimensione che precede il campo del razionale.

L’intreccio fra danza, musica e arte visiva esplode ancora di più nei lavori presentati dagli artisti che a Fuori Programma 2025 rappresentano la scena nazionale. A partire da uno dei protagonisti più solidi e affermati del panorama europeo,  Roberto Zappalà, che il 3 luglio al Teatro India presenta in anteprima la versione site specific di Brother to Brother - dall'Etna al Fuji, con la musica live dei Munedaiko, musicisti consacrati alla pratica e valorizzazione del tamburo tradizionale giapponese.

Un territorio completamente diverso è quello esplorato da un’altra fra le più interessanti realtà performative italiane, gruppo nanou che il 3 e 4 luglio al Teatro India presenta Redrum, primo capitolo del progetto pluriennale Overlook Hotel. Chiarissimo fin dal titolo il riferimento a Shining – capolavoro letterario di Stephen King e opera culto del maestro Stanley Kubrick – per questa installazione coreografica (Premio UBU 2024) ideata per cinque danzatori e un performer che riscrive le regole del rito teatrale, trasformando lo spettacolo in luogo da abitare. Un luogo in cui si manifesta un immaginario conturbante popolato da fantasmi e da ricordi, in cui si perde il confine tra realtà, sogno e desiderio, tra passato, presente e futuro.

Dal formato installativo si passa alla performance audiovisiva con Human, creazione firmata dal musicista e danzatore Biagio Caravano – tra i fondatori del gruppo mk – in cui il suono si sovrappone alle immagini elaborate dall’artista visivo Lorenzo Basili, in un’indagine tra il fuori e il dentro, tra provenienza e destinazione. Human verrà presentato al festival il 2 luglio al Teatro India

Il 6 luglio, ancora al Teatro India, sarà l’Intelligenza Artificiale a riscrivere le regole del gioco di Life in Lycra del coreografo ed ex danzatore della Batsheva Dance Company Andrea Costanzo Martini, un duetto che è prima di tutto un’esplorazione umoristica e fisicamente virtuosa delle dinamiche di potere e delle gerarchie in scena. 

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, inoltre, torna a Fuori Programma, il 4 luglio al Teatro India, l’acclamatissimo Stuporosa di Francesco MarilungoPremio UBU 2024 come Miglior Spettacolo di Danza – che sviluppa una ricerca sulla figura della “lamentatrice” a partire dal saggio Morte e pianto rituale di Ernesto De Martino.

Sempre sul versante dei progetti speciali, anche per questa edizione Fuori Programma offre al pubblico del festival la possibilità di partecipare a uno dei progetti più “inebrianti” del Leone d’Argento per la Danza Michele Di Stefano/mk con Lorenzo Bianchi Hoesch: l’8 luglio, in una location ancora da svelare, torna infatti Veduta>Roma, performance dal formato modulare e da fruire in cuffia dedicata alla città e alla visione prospettica del paesaggio urbano.  

Al Parco Tor Tre Teste il 9 luglio invece la chiusura della decima edizione di Fuori Programma è affidata a Picnic sul ciglio della strada, performance partecipativa curata dal gruppo di ricerca DOM-(fondato da Valerio Sirna e Leonardo Delogu) insieme alle allieve e gli allievi della scuola di italiano per migranti Asinitas. Ispirata dall’omonimo romanzo di fantascienza dei fratelli Strugackij, da cui Andrej Tarkovskij trasse il film capolavoro Stalker, la performance riprende il concetto della Stanza dei Desideri del romanzo e del film per creare uno spazio relazionale in cui condividere storie, socializzare pratiche e saperi, “attivare le nostre straordinarie tecnologie. Opporre alle passioni tristi del presente, i nostri corpi desideranti”.

Una chiusura di festival visionaria e con una precisa impronta “politica”, non soltanto per il contenuto e la forma della performance Picnic sul ciglio della strada ma per la scelta del luogo: un parco nel cuore di un quartiere “difficile” dal punto di vista sociale, al centro di numerose vicende di cronaca e sotto i riflettori per le questioni legate alla dimensione emergenziale e repressiva del “Decreto Sicurezza”, cui Fuori Programma risponde con un’azione di integrazione e inclusione ulteriore rispetto alla pratica di integrazione portata avanti da DOM- e Asinitas.

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