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Jan Fabre: un festival e una personale a Milano

03/09/2024
Jan Fabre: un festival e una personale a Milano
Troubleyn Laboratorium (ph. Guido De Vos)

MILANO Un festival interamente dedicato al lavoro multilinguistico di Jan Fabre, al Teatro Out Off di Milano dal 10 settembre al 13 ottobre con annessa una mostra personale alla Galleria Gaburro dal titolo “Stella” a cura di Melania Rossi. Visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga Jan Fabre espone installazioni video, fotografie, disegni e sculture. 

Il festival, all'Out Off, si intitola Amore e bellezza sono i poteri supremi, interamente dedicato al suo lavoro teatrale di Jan Fabre: l’amore e la bellezza sono temi ricorrenti dell'artista e il Teatro Out Off li sviscererà presentando cinque monologhi dell’artista, di cui una prima mondiale il 17 settembre: Simona, the gangster of art con Irene Urciuoli, Io sono un errore con Irene Urcioli, I’m sorry con Stella Höttler, Elle était et elle est, même con Els Deceukelier, I believe in the legend of love con Ivana Jozić.

La mostra "Stella", invece,attraversa diversi medium espressivi e trasporta lo spettatore in un viaggio nello spazio e nel tempo, dove la protagonista-performer Stella Höttler veste i panni di Cassandra, mitica profetessa inascoltata. Nell’installazione video Schande übers ganze Erdenreich! (Vergogna su tutto il regno terrestre!), l’attrice interpreta una giovane profetessa in estasi. I piedi nudi affondano nella terra soffice mentre declama una preghiera universale, antica e, allo stesso tempo, contemporanea, che si propaga sotto forma di terra, acqua, aria, fuoco ed energia. Sulla scena insieme a lei si muovono delle tartarughe, animali oracolari per eccellenza.

Le tartarughe sono creature-guida. Si dice che sul loro carapace sia disegnato il mistero dell’universo, la natura ciclica del tempo. Sagge, pazienti, costanti, caratterizzate da una lentezza che sovverte leggi e limiti, le tartarughe sono protagoniste di infinite storie e racconti che costellano il pensiero umano, omaggiate dall’artista in una speciale selezione di sculture e disegni esposti in mostra. Contro i meccanismi repressivi di un mondo contemporaneo anestetizzato, Fabre ci ricorda in questa mostra la nostra parte più profonda, dionisiaca. Quell’abbandono al flusso naturale che ci fa risuonare con l’energia del cosmo. Se nell’opera filmica Stella è la profetessa oracolare in estasi, nella serie di fotografie in mostra, dal titolo Smoking Stella, la stessa attrice, con indosso ancora i vestiti colorati di scena, è nella versione rilassata da backstage. Vediamo questa donna bellissima che gioca con una sigaretta accesa: in queste fotografie, rigorosamente scattate dall’artista in analogico, c’è il richiamo alla pittura d’interni fiamminga ma anche alla fotografia erotica anni Settanta. Proprio grazie ai manifesti femministi di quegli stessi anni, oggi questa giovane donna può finalmente liberarsi dal messaggio politico e giocare con la sua licenziosità consapevolmente, senza bisogno di dare spiegazioni. La luce calda, le pose audaci e intime, la bellezza piena di un giovane corpo femminile, la sigaretta a porre l’accento su alcune parti del corpo di questa seducente Pandora contemporanea: orecchio, bocca, vagina e ano.

Jan Fabre, con ironia sensuale, ci invita a riconsiderare questi “buchi” come porte attraverso le quali proviamo a conoscere il mondo. Porte da cui sbirciamo ciò che è esterno a noi e che ci permettono di sentire, godere, soffrire.

La serie fotografica fa parte di un progetto di multiplo d’artista, realizzato con la casa editrice Parallelo 42, che contiene anche i saggi scritti dal critico Giacinto Di Pietrantonio sull’universo artistico di Jan Fabre. Questa edizione speciale, dal design prezioso, sarà esposta e presentata per la prima volta in occasione della mostra in galleria.

Smoking Stella appare come un intimo, quasi privato, manifesto poetico in cui Fabre, da artista e da uomo, sceglie di consegnare alla sinuosità di un corpo di donna il potere del fuoco, il mistero del fumo, la perseveranza del rito.

Nella visione da vanitas dell’artista belga, tutto questo si fa fumo di una sigaretta, puro piacere, per lui che è da sempre un fumatore. Fascino metamorfico e potente, quello legato all’atto del fumare, le cui origini risalgono ad epoche remotissime della storia umana.  Ironia e memento mori, il forte senso di unità e scambio tra la vita e la morte sono profondamente presenti nell’opera dell’artista belga, che in questa mostra richiama lo spirito più viscerale del mondo classico e, oggi che gli dei sono fuggiti (nel riferimento a Sentieri Interrotti di Heidegger), il corpo della giovane donna in estasi diventa il corpo dell’arte, oracolo moderno da interpretare, osservare, vivere.

 

 

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