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"The Doozies. Eleonora Duse, Isadora Duncan di Noi", ovvero grandi antenate di Gribaudi e Dalla Via

17/04/2025
"The Doozies. Eleonora Duse, Isadora Duncan di Noi", ovvero grandi antenate di Gribaudi e Dalla Via
Silvia Gribaudi e Marta DallaVia in "The Doozies" (ph. Tommy Ilai)

VICENZA Danza in Rete Festival, l’evento diffuso di danza contemporanea della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza riprende il Focus Figure Femminili e Divine dell'edizione 2025 con la novità The Doozies. Eleonora Duse, Isadora Duncan di Noi di e con Marta Dalla Via e Silvia Gribaudi in scena mercoledi 23 aprile al Teatro Astra.

Sempre alla ricerca dell’impatto sociale del corpo Silvia Gribaudi, coreografa e danzatrice tra le più innovative della scena internazionale, mette al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer; in scena con lei ci sarà l’eclettica Marta Dalla Via, attrice, autrice, regista, per celebrare la meraviglia del to be doozy: essere così particolari da lasciare a bocca aperta, essere stupefacenti, essere assolutamente fuori dall’ordinario. Esattamente come Eleonora Duse (e il titolo dello spettacolo è anche un ammiccare alla pronuncia “all’americana” del nome della grande attrice) e Isadora Duncan, madri di una vera e propria rivoluzione artistica e umana, un omaggio alle due icone del teatro e della danza portato in scena, per la prima volta insieme, da due interpreti molto amate e seguite dal pubblico italiano, e non solo.

Dalla Via e Gribaudi si sono confrontate e ispirate alle eroine che hanno fatto della loro vita una rivoluzione artistica con un esito ironico, travolgente, esilarante, poetico; si sono dedicate alla creazione di uno spettacolo difficile da etichettare, ispirato alla rivoluzione artistica e umana di due eroine che hanno vissuto per e nella danza, per e nel teatro.

Le biografie di Isadora Duncan e di Eleonora Duse sono un’appassionante fucina di spunti narrativi e politici. Attraverso il loro esistere anticonvenzionale sono state pioniere del femminismo, del capocomicato, di un’arte che vuole preoccuparsi del presente. Queste Doozies senza trucco, senza punte, giudicate spesso fisicamente non conformi ai canoni estetici del loro tempo, grazie alla loro naturale originalità hanno generato stupore e meraviglia lasciando immense eredità per le generazioni future.

“Dove sono questi lasciti” - si chiedono le due artiste nelle note che accompagnano lo spettacolo – “visto che a più di cento anni di distanza, ci troviamo ad affrontare gli stessi identici discorsi in palco e fuori, le stesse battaglie per la parità, per i giusti compensi, contro la dittatura del physique du rôle e dei repertori stantii? Ecco, accettando, la nostra condizione di artiste che non faranno la storia, ricominciamo il giro. Libere di danzare e recitare libere. Andando oltre le mode, le abitudini, le scuole di pensiero”.

“The Doozies” vuole essere un’opera intorno alla meraviglia della stranezza, nella convinzione che le stupefacenti antenate avrebbero apprezzato questa sfacciataggine visto che si sono continuamente schierate contro lo status quo anche quando era classico e mitico.

 

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