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Coronavirus: quale impatto sulla danza?

Risponde Carlo Massari, coreografo e direttore di compagnia

29/03/2020
Coronavirus: quale impatto sulla danza?
Coronavirus: quale impatto sulla danza?

Massari, il settore spettacolo quali risorse (non solo economiche) potrà mettere in campo per superare la crisi?Questi giorni di silenzio e stasi forzata mi stanno permettendo importanti momenti di riflessione sul presente, ma soprattutto sul futuro prossimo del nostro Mestiere. Mi piace pensare e sperare che, risolta la drammatica contingenza, Arte e Cultura possano essere strumenti fondamentali, utili alla rinascita del nostro Bel Paese; la storia insegna che, i suddetti, sono elementi di fondazione di una Società civile tesa all’evoluzione. E’ per questo che credo occorrerà, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, una capacità, coraggio e scommessa di investimento (pubblico e privato) in nuove progettualità, per il vero rilancio di un settore da troppo tempo trascurato. D’altro canto, in qualità di artista e creatore, voglio vedere questo periodo come una preziosa opportunità, data dalla Natura, di risveglio delle coscienze. La nostra sfida è e sarà ancor più, rifuggire dal mero intrattenimento, piuttosto che dalle “masturbazioni” personali, per saper creare e donare nuove “Epifanie”.

Lo spettacolo, la cultura, in un momento di gravissima crisi sanitaria come quello che stiamo vivendo diventa un settore di "secondo piano" per non dire 'superfluo'. E' realmente così?
Probabilmente risulterò impopolare tra i miei colleghi per quello che sto per dire: credo non sia questo il tempo di rivendicazioni sindacali e di lamentatio; fuori dai nostri “gusci” c’è gente che muore e altra che sta offrendo il proprio tempo e la propria vita affinché questo non accada. Citando Qoelet: “C’è un tempo per ogni cosa…”. Ora fermiamoci e respiriamo. Questo deve essere per noi tempo di pazienza, raccoglimento, riflessione, ispirazione, irrobustimento e rigenerazione… Dobbiamo essere pronti e meglio equipaggiati, per sapere regalare e regalarci tra qualche tempo, ad un pubblico infragilito e desideroso di riscoprire il senso di comunità ed i suoi luoghi; quale posto, più del Teatro, può racchiudere tutto questo? La più grande lotta che possiamo intraprendere ora è di Resistenza e Bellezza!

L'arte della danza ha nella vicinanza dei corpi il suo centro: pensate che la paura del contatto potrà essere superata? in che modo? influirà sulle modalità future? Ricominceremo con gli assoli? Rimarremo nel virtuale?
Forse quello che, in questo arduo momento, manca maggiormente ad un popolo come il nostro è il contatto fisico, un abbraccio, espressioni di umanità. Probabilmente ci vorrà del tempo per riconquistare il coraggio di farlo, ma scegliere di vivere d’Arte oggi è già in se una sfida, e chi tutti i giorni si assume questa responsabilità, implicitamente è pronto a qualunque battaglia. Personalmente voglio contrastare tutto questo vuoto e rendermi utile ad una rinascita, dando sempre più importanza nelle creazioni al valore della coralità e amplificando l’interattività e coinvolgimento del pubblico. Per me: danza, parola, canto, … sono strumenti, armi, linguaggi della comunicazione e come tali vanno affinati e prestati a servizio di un preciso messaggio che l’artista in primis deve avere chiaro; probabilmente tutta questa urgenza farà mettere in discussione noi e le nostre modalità espressive per essere ancora più efficaci ed impattanti nell’azione.

 

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