"Don Chisciotte" con le marionette
Al Piccolo con Colla e Figli
16/06/2025
MILANO Una riduzione per marionette liberamente tratta dal romanzo di Miguel de Cervantes e da un copione manoscritto del 1879 degli archivi della Compagnia con musiche tratte dall’omonimo balletto di Ludwig Minkus con brani al pianoforte appositamente elaborati e interpretati da Danilo Lorenzini. SI presentà così il nuovo Don Chisciotte della celebre Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 19 al 29 giugno. Ben 95 marionette, animali compresi, per 13 cambi di scenografia e oltre 490 mq. di carta, tela e tulle dipinti (spettacolo consigliato dagli 8 anni).
Don Chisciotte si innesta perfettamente in un filone dalle antiche radici che propone in chiave marionettistica i grandi classici e i grandi autori della letteratura.
In particolare, Don Chisciotte dà modo alle marionette di evidenziare e sublimare il mondo cavalleresco scaturito dalle assidue letture dell’hidalgo Alonso Quijano, dando realtà a un universo immaginario che lo vede proclamarsi Don Chisciotte de la Mancia. Una follia visionaria che induce il protagonista a vedere la realtà deformata e distorta dall’idealizzazione estrema dei valori della vita, dell’umanità e dell’amore. La fantasia prende il sopravvento, obbligando Don Chisciotte a vivere in un mondo in parallasse nel quale gli ideali di giustizia, di riscatto dalla povertà e di soccorso ai più deboli, diventano una bussola impazzita. Eccolo allora, fra battaglie e avventure, in un percorso “errante”, lungo il quale insegue e rincorre l’amore altrettanto idealizzato per la bella Dulcinea, dama inesistente, anch’essa frutto della sua immaginazione.
Sancio Panza, il suo inseparabile compagno di viaggio, che nel manoscritto del 1879 era interpretato da Gerolamo, la marionetta simbolo di Milano, rappresenta il senso semplice delle cose che spesso riconduce l’hidalgo alla realtà. Il servo, proprio come il personaggio “maschera” che le compagnie di marionette e burattini adottavano al fianco dei protagonisti, vero e proprio beniamino del pubblico, aveva la duplice funzione di spalla dell’eroe e di interlocutore con lo spettatore.
A ricondurre Don Chisciotte alla realtà, è una vera e propria “recita teatrale” che i diversi personaggi, da un certo momento, cominciano a interpretare, assecondando le follie visionarie dell’anziano “Cavaliere errante” che si redimerà per sfinimento. Una voce fuori campo incarna quella fonte araba che lo stesso autore immagina come origine antica della sua trama.
Il Cavaliere errante accompagnato da Ronzinante, la sua scarna cavalcatura e il rubicondo servo Sancho a cavalcioni di Grisotto, il suo grasso e goffo asino sono così protagonisti e artefici di un viaggio in un continuo alternarsi di illusione e disillusione, di immaginazione e concretezza.
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