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La "Cenerentola" di Maillot alla Fenice

Di Elisabetta Ceron 18/09/2025
La "Cenerentola" di Maillot alla Fenice
"Cendrillon" di Jean-Christophe Maillot per Les Ballets de Monte-Carlo (Ph. Alice Blangero)

VENEZIA La fiaba di Cenerentola è stata modernizzata nel 1999 dal coreografo Jean-Christophe Maillot per il suo Les Ballets de Monte-Carlo che torna in Italia, al Teatro La Fenice, il 18,19,20,21,23 settembre 2025.

Cenerentola è uno dei pezzi che hanno segnato una svolta nella storia della compagine monegasca di cui Maillot assunse la guida nel 1992 cogliendo un’eredità importante che durante il suo mandato ha coinciso con diversi titoli rieditati e di successo: “Tutto ciò che stava germogliando nel mio lavoro richiedeva uno strumento adeguato a farlo esistere pienamente. Oggi, Les Ballets de Monte-Carlo non sono solo una compagnia riconosciuta in tutto il mondo, ma anche un festival internazionale (il Monaco Dance Forum) e una scuola di danza di alto livello (l'Académie Princesse Grace). È una struttura unica nel mondo della danza”.

La sua Cenerentola, fogli stropicciati di un gigantesco libro da sfogliare in scena dove tutto è imbastito con raffinato gusto nel colore della purezza, il bianco, poggia sulle scenografie stilizzate create dalla mano esperta di Ernest Pignon-Ernest, i costumi sensuali di Jérome Kaplan.

Senza voler alienare la fiaba dai suoi contenuti sociali e umani, Maillot attualizza lo scorrere degli eventi rendendo ugualmente al pubblico quella celebre scintilla di un amore mai corroso a cui la fortuna tende la mano. Negando come prova d’identità la didascalica scarpetta, egli rinfresca la storia di Cenerentola e del suo principe, concentrando l’attenzione narrativa sul piede nudo della protagonista cosparso di lustrini; due elementi che caratterizzano fortemente la femminilità e diventano veicoli di desiderio e attrazione sentimentali.

La danza concepita dal coreografo è fatta di arresti ed esplosioni improvvisi, è ampia e ricca, affonda nel gusto e nelle giuste proporzioni tra classico e moderno, grazie anche ad una compagnia come quella monegasca coesa ed estremamente duttile. La regia poggia su un ritmo serrato delle azioni sceniche volte a stupire, rafforzate da una struttura compositiva molto dinamica. Cenerentola che danza a piedi nudi crea un forte contrasto scenico con tutti gli altri personaggi femminili della storia, rigorosamente in punta (strumento, tra l’altro, utilizzato per elevarsi maggiormente nella danza), e ciò le consente, anche simbolicamente, di muoversi verso quei valori che la rendono diversa. Traspare, da questa lettura di Maillot, che Cenerentola è principalmente una storia di donne: la protagonista, la madre-fata, la matrigna e le sorellastre, tutti rapporti di femminilità conflittuali o in conflitto che esercitano con forza i loro ruoli all’interno della famiglia e della collettività. La musica di Sergej Prokof’ev sarà eseguita dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Igor Dronov.

La programmazione di Autunno in danza alla Fenice di Venezia prosegue poi a ottobre con La Compagnia Larreal - Real Conservatorio Profesional de Danza Mariemma, punta di diamante della tradizione spagnola, che nell’ambito di un unico spettacolo, dal titolo España, porta in scena sei coreografie: Mosaico barocco di Antonio Pérez su pagine di Johann Sebastian Bach e José de Nebra; Sevillanas de autor di Irene Tena e Albert Hernández su musica di La Flor del Romeo e Manuel Pareja Obregón; Amalurra di Eduardo Martínez su musiche di Kalan&Amp, Euskadiko Orkestra, Pascal Gaigne e Manuel García Matos; Entre cuerdas di Axel Galán su musiche di Victor Guadiana e Alberto Iglesias; Requibro di Antonio Pérez su musica di Camille Saint-Saëns; infine Nada más y nada menos di Miguel Fuente su musica di Carlo Núñez. (Teatro Malibran il 3, 4 e 5 ottobre). Infine, farà tappa sempre al Teatro Malibran il 10, 11 ottobre la Pockemon Crew, una delle compagnie hip hop tra le più titolate al mondo: in scena una nuova versione di Hashtag, dal titolo Hashtag Déclic, che debutterà a Venezia in prima assoluta. In questa coreografia su musica originale Alice Orpheus, luci di Rudy Muet e video di Angélique Paultes, Riyad Fghani ha dato vita a una coreografia del «corpo digitale», attraverso una danza hip-hop tanto fisica quanto curata nei minimi dettagli, in cui gli interpreti indagano l’impatto invisibile ma profondo delle tecnologie sui nostri movimenti, le nostre relazioni e le nostre esistenze. 

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