Al Teatro Maggiore di Verbania anteprima di "Cani Lunari"
17/06/2025
VERBANIA Anteprima nazionale di Cani Lunari di Francesco Marilungo (intervista di Francesca Pedroni su D&D n. 321) al Teatro Il Maggiore di Verbania venerdì 20 giugno. Lo spettacolo è preceduto nel foyer del teatro dal breve assolo Mirada di e con Elisa Sbaragli, giovane coreografa verbanese. Si inizia alle h. 21 per la doppietta di spettacoli.
Cani Lunari prende il nome da un affascinante fenomeno ottico: piccoli archi luminosi che, nei mesi invernali, possono apparire ai lati della luna piena a causa della rifrazione della luce lunare nei cristalli di ghiaccio della troposfera. Nella tradizione popolare, questi segni nel cielo annunciavano il maltempo imminente: si diceva che contando le stelle all’interno dell’alone si potesse prevedere la durata della tempesta.
A partire da questo legame tra la luna e la dimensione simbolica della magia, lo spettacolo indaga la figura della strega, della guaritrice, della magiara – una presenza marginale nella società, ma costantemente ricorrente nella storia e nelle culture. Seguendo le riflessioni di studiosi come Carlo Ginzburg ed Ernesto De Martino, Cani Lunari esplora la magia come una forma di sapere alternativo, un sistema rituale che permette di attraversare l’incertezza e la paura, resistendo all’idea che la scienza positiva sia l’unico orizzonte di conoscenza possibile. L’immaginario del sabba viene qui riletto attraverso la danza e il suono, in un’indagine sullo stato alterato di coscienza e sulla comunicazione con l’aldilà. Ogni performer porta con sé un corvo imbalsamato, simbolo del distacco dell’anima dal corpo, mentre il movimento coreografico genera una relazione di empatia e reciproca affezione con il proprio alter-ego. La voce sussurra formule magiche della tradizione popolare italiana recuperate da ricerche etnografiche e trasformate in paesaggi sonori.
Mirada di Sbaragli, invece, è una danza multimediale e poetica che porta nuovi modi di contemplare la presenza di un corpo nello spazio proponendo un punto di vista ultra dinamico: estremamente distante dallÉ™ performer, estremamente vicino a una tecnologia che ne amplifica la presenza. Concentrandoci sui dettagli avvertiamo una sensazione di prossimità e vicinanza, ma allo stesso tempo si palesa una sorta di controllo su ciò che stiamo osservando. Come si sperimenta una prossimità, quando lo spazio è mediato dal digitale? Come può la tecnologia amplificare la percezione di un paesaggio senza mortificarlo? Mirada è lo sguardo sull’infinito e contemporaneamente l’occhio imperfetto, il dettaglio ingigantito. Andando oltre una visione “da cartolina”, il paesaggio è quella cornice in cui è possibile ripensare la percezione del tempo, della distanza fisica e interiore, dei corpi all’orizzonte.
© Riproduzione riservata