Biennale Danza 2020 al via.
Ultimo round targato Chouinard
06/10/2020
VENEZIA Con lo slogan “AnD NoW!” (e adesso!), forte segnale di via per ‘re-immetersi nello spettacolo dal vivo” Marie Chouinard sigla il suo quarto e ultimo anno da direttrice artistica della Biennale Danza. E propone dal 13 al 25 ottobre 23 titoli tra Arsenale e Teatro Goldoni di autori per lo più appartenenti alle generazioni degli anni ’80 e ’90, attenti ai confini della danza con la performance e le altre arti.
Come testimonia il Leone d’oro attribuito a La Ribot, artista di confine passata dai Musei più che dai teatri. Alla Biennale presenta in prima nazionale Panoramix – che raccoglie tre dei cicli dei Piezas distinguidas composti dal 1993 al 2003 - e Another Distinguée, una nuova raccolta di 8 pezzi, presentata nel 2016. Piezas distinguidas sono una serie di assoli variabili dai 30” ai 7’ raggruppati per cicli, una sorta di poema visivo realizzato con tecniche diverse.
Il Leone d’argento Claudia Castellucci presenta Fisica dell’aspra comunione, lavoro basato su brani dal Catalogue des oiseaux di Olivier Messiaen eseguiti dal vivo dal pianista Matteo Ramon Arevalos (per un approfondimento rimandiamo al D&D n. 294 settembre/ottobre in edicola e in digitale).
Esplorazione del tempo il lavoro della catalana Maria Campos e del libanese Guy Nader, che dal 2006 formano una compagnia indipendente con sede a Barcellona. In Times Takes the Time Time Takes insieme ad altri tre danzatori esplorano la ripetizione e l’accumulo del movimento per un’ipnotica rappresentazione del moto perpetuo.
Apripista di una nuova generazione di coreografi, Noé Soulier, neo direttore del CNDC di Angers e danzatore di solida formazione accademica, raffinato pensatore del gesto e della sua memoria, in laguna presenta The Waves con due percussionisti dell’Ictus Ensemble e Portrait of Frédéric Tavernini con lo stesso Soulier a eseguire le musiche di Fargion al pianoforte.
Sempre dalla Francia, Olivier Dubois ripropone il suo ammaliante e giocoso assolo Pour sortir au jour, un brano sulla memoria del corpo, la fatica di essere interprete, la propria carriera che vive della partecipazione diretta del pubblico.
L’italiana Claudia Catarzi presenta Posare il tempo, uno studio a due sul movimento in rapporto alle dimensioni essenziali di spazio-tempo mentre la basca Jone San Martín con Legitimo/Rezo mette in danza il suo personale “diario di appunti” degli oltre vent’anni di lavoro con William Forsythe.
Sono rivisitazioni ‘mitologiche’ il lavoro di Matteo Carvone, attivo con importanti coreografi come William Forsythe, Emanuel Gat, Wayne McGregor e dal 2009 coreografo freelance principalmente nel Nord Europa, che rivisita e mette in “gabbia” il fauno; l’ironico e nostro Premio D&D 2019 Graces di Silvia Gribaudi e Gentle Unicorn di Chiara Bersani dove l’artista consacra il proprio corpo – carne, muscoli e ossa, cuore, occhi e respiro – per risarcirlo dei torti subiti. Regalargli una storia, un amore, una scelta.
Marco D’Agostin porta a Venezia Avalanche, brano che si ispira a un universo distopico e mette in scena un uomo e una donna sopravvissuti a una catastrofe imminente e che “camminano all’alba di un nuovo pianeta, dopo essersi caricati sulle spalle la loro tristezza”. Sofia Nappi e Adriano Bolognino sono i vincitori del College Coreografi dello scorso anno. Il loro debutto trova ora conferma nella commissione della Biennale per due nuove opere. Your Body is a Battleground è il titolo della coreografia per la Biennale, ispirata all’omonima opera dell’artista Barbara Kruger, dove il corpo del programmatico titolo è quello delle donne.
© Riproduzione riservata