Bigonzetti, Forsythe e Pistoni per gli allievi della Scuola di Ballo della Scala
19/04/2025
MILANO Torna sul palcoscenico del Piermarini il tradizionale appuntamento con lo spettacolo della Scuola di Ballo dell'accademia Teatro alla Scala: gli allievi della prestigiosa scuola si misureranno con vari titoli del repertorio contemporaneo e saranno accompagnati dall'Orchestra dell’Accademia, diretta da Pietro Mianiti, e i Solisti del corso di Perfezionamento per cantanti lirici. Lunedi 28 aprile alle h. 20.
Con il linguaggio di oggi si misurano i giovani danzatori della Scuola e in particolare con la novità per loro Rossini cards di Mauro Bigonzetti affiancato alla ripresa di New Sleep (Duet) di William Forsythe e alla Suite da La strada di Mario Pistoni, affrontate per la prima volta nella scorsa stagione.
Il programma si apre, come sempre, con la Presentazione ideata sugli Études di Carl Czerny dal direttore Frédéric Olivieri, recentemente tornato alla testa anche del Corpo di ballo scaligero, un vero e proprio compendio visivo degli otto anni di studio, un'istantanea della progressione che conduce i giovani talenti dai primi fondamenti ai virtuosismi più ricercati, mostrando l'evoluzione della tecnica man mano che si susseguono in scena i vari corsi.
Con New Sleep (Duet) due allievi della Scuola si confrontano con il vorticoso dinamismo delle creazioni di William Forsythe messo in campo in questo elettrizzante duetto, preparati da Kathryn Bennetts.
Creazione astratta, libera da qualsiasi gabbia drammaturgica, non una storia ma quadri di vite parallele: immagini, cartoline, icone drammatiche e situazioni buffe. Questo è Rossini cards di Mauro Bigonzetti, ripreso per l’occasione da Roberto Zamorano con la supervisione finale dello stesso coreografo.
Si chiude all’insegna della poetica suite dal balletto La strada di Mario Pistoni, su musiche di Nino Rota. Nel programma di sala che accompagnava la prima esecuzione al Piermarini nel 1966, il coreografo descriveva chiaramente la grande fascinazione che aveva esercitato su di lui la possibilità di tradurre in movimenti coreografici il soggetto del film di Fellini. Così scriveva: “Il tema aveva tutte le componenti che reputo ideali per uno spettacolo coreografico: la tramutabilità a balletto dei fatti, la credibilità dei personaggi, autentici, vivi ancor oggi in certe zone del sottosviluppo, la teatralità e la stimolante convivenza fra il mondo agro ma fantastico del circo con quello crudo e realistico della vita, il tutto (cosa ballettisticamente più qualificante) impregnato di poesia, di azioni e reazioni semplici e genuine. Poteva nascere un lavoro dalle caratteristiche nuove, moderne, privo dei soliti svolazzi pseudoestetici o romantici che erano serviti in genere da supporto o pretesto per troppi balletti, inevitabilmente evasivi, del passato”.
Guido Pistoni, nipote del Maestro romano, che dopo la scomparsa dello zio ha curato in diverse occasioni la ripresa del balletto, ha guidato gli allievi nella preparazione.
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