E' un addio che lascia sgomenti quello a Ismael Ivo, danzatore, coreografo brasiliano, già direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2005 al 2012, co-fondatore del viennese ImPulsTanz, dal 2017 al 2020 direttore del Balé da Cidade de São Paulo e co-direttore del Theatro Municipal de São Paulo insieme al direttore d'orchestra Roberto Minczuk. L'autunno scorso era stato nominato "artistic advisor" per l'emittente brasiliana TV Cultura.

La notizia dell’improvvisa scomparsa arriva dal Brasile, dove era tornato a vivere e dopo aveva contratto il Covid qualche mese fa. In terapia intensiva per molte settimane, Ivo non ce l'ha fatta, il decesso è avvenuto ieri 8 aprile. Una perdita per tutto il mondo della danza ma anche per l'Italia e Venezia che lo hanno amato per il suo carisma, per i suoi modi gentili e per la sua arte. A Venezia e alla Biennale Ismael Ivo aveva fatto la sua prima folgorante apparizione nel 2002 con l’assolo Mapplethorpe, per cui era stata programmata una replica per il grande successo di pubblico.
Nominato Direttore del Settore Danza nel 2005 oltre a firmare importanti spettacoli per la rassegna lagunare – Erendira e Illuminata coprodotto dal Festival Bolzano Danza – ha ideato programmi tematici e singolari e creato per molti giovani dell'Arsenale della Danza (Oxygen, Babilonia. Il terzo Paradiso, The Waste Land, Biblioteca del corpo).
Straordinario performer dalla potente presenza fisica, nato a San Paolo del Brasile 66 anni fa, Ismael Ivo aveva trovato a New York e Berlino i palcoscenici della sua carriera. Alvin Ailey lo invita a New York nell’83, dove diventa membro della sua compagnia (Alvin Ailey Dance Center). Poi arriva in Europa, fermandosi a Berlino dall’85 al ‘96, dove collabora con il grande coreografo di teatrodanza tedesco Johann Kresnik e con Ushio Amagatsu, l’artista giapponese dei Sankai Juku: esperienze diverse che si fondono con le sue radici afro-brasiliane.
Conosciuto in tutto il mondo, Ismael Ivo è stato artista ospite e solista in numerosi spettacoli di Johann Kresnik, George Tabori, Márcia Haydée, Yoshi Oida e Koffi Koko.

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